Storia

Giugno 1931: l’ammaraggio nelle acque del Po, a Serravalle, dell’idrovolante del Capitano Ugo Baistrocchi

Ammaraggio del Capitano Baistrocchi

A Serravalle, frazione del comune di Berra, ormai solo alcune immagini e qualche scritto testimoniano l’ammaraggio nella acque del Po, di fronte alla piarda fluviale, dell’idrovolante del trasvolatore atlantico Capitano Ugo Baistrocchi.

Durante l’impresa del dicembre 1930-gennaio 1931 verso il Brasile  l’apparecchio di Baistrocchi e quello di Donadelli erano stati costretti a staccarsi dalla formazione per avaria ai radiatori dell’acqua e ad ammarare, senza danni, in pieno Oceano. Dopo quell’impresa, nel giugno 1931, durante un altro volo stavolta sul fiume Po e il Mare Adriatico, il velivolo di Baistrocchi ebbe nuovamente un’avaria che lo costrinse a chiedere aiuto e ospitalità, insieme al Tenente Zabatta, nel paese posto all’inizio del delta padano. L’ammaraggio di Baistrocchi avvenne nella seconda decade di giugno.

La comunità di Serravalle viveva ormai da qualche anno eventi di una certa portata come la ricostruzione, nel 1926, della chiesa abbaziale parrocchiale e, nel 1928 (con il contributo della municipalità di Berra), l’inaugurazione della nuova facciata del tempio dedicata ai Caduti di tutte le guerre ma l’ammaraggio di Baistrocchi, di uno degli eroi trasvolatori, fu evento unico e tanto importante da far passare quasi sotto silenzio la fase terminale della vicenda terrena del Parroco-abate don Giuseppe Minguzzi (deceduto a soli 53 anni il 24 giugno) e, sul versante politico, la nomina a Podestà del Comune di Berra del concittadino Luciano Sgobbi. La popolazione fu galvanizzata dalla  straordinarietà di avere in paese uno degli eroi dell’aria, che con l’impresa della trasvolata atlantica era balzato agli onori della cronaca e della popolarità mondiale insieme a Italo Balbo, ideatore delle crociere.

Le ragazze della media e alta borghesia accorrevano alla piarda fluviale e amavano farsi ritrarre accanto al velivolo. Dalle fotografie scattate in quell’occasione sembra di arguire che l’idrovolante fosse un S-55, prodotto dalle officine aeronautiche SIAI di Sesto Calende, su piani dell’Ing. Alessandro Marchetti. L’S-55 era spinto da un nuovo motore Isotta Fraschini da 1600 HP in totale, con 18 cilindri disposti su tre file convergenti con angolo di 40 gradi. Totale cilindrata 47 litri. Il velivolo aveva un’apertura alare di 24 metri, l’altezza superava i 5 metri, mentre la lunghezza massima era di 16 metri. La velocità era di 280 Km/h. Lungo la sponda fluviale, in luogo sicuro e riparato, venne approntata una impalcatura ideata dall’Ing. Mario Cucchi per consentire un adeguato intervento di riparazione sul motore.

I festeggiamenti per Baistrocchi culminarono nel banchetto del 22 giugno ove si registrò una folta partecipazione di autorità e gerarchie fasciste entusiaste dei risultati raggiunti dall’aviazione italiana. Della data del banchetto e della straordinarietà dell’evento abbiamo testimonianza nella poesia composta e declamata per l’occasione dal poeta serravallese Anselmo Morelli. Ecco il testo:

Brindisi in onore del Capitano Baistrocchi sceso a Serravalle per un’avaria al suo velivolo e recitato durante un banchetto offerto in suo onore.

– Anch’io un brindisi
Vo’ far di cuore
Modesto e semplice
All’aviatore.

– Potessi esprimere
Qui sul momento
Tutto il benessere
Che in cor mi sento,

– Vorrei venissero
A Serravalle
Le genti Italiche
Da monte a valle:

– Non è sì facile
co’ propri occhi
Veder a tavola
Un Baistrocchi

– Di quei che seppero
Stupire il mondo
Sfidar l’Atlantico
Fin giù nel fondo:

– Giacché fu prodiga
La sorte a noi
Col darci ospiti
Siffatti Eroi,

– A Tale intrepida
Gente qui scesa
Col bel velivolo
Del tutto illesa

– Di cuore auguro
che resti sana
Alzando un brindisi
All’Ala Italiana.

A.Morelli – Serravalle, 22 giugno 1931”

Dal blog di Giovanni Raminelli

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