Storia

Tonino Domenicali, ciclista olimpionico di Serravalle… – di Giovanni Raminelli

Tonino Domenicali festeggiato a Serravalle

Tonino Domenicali: ciclista olimpionico di Serravalle.

Post n°46 pubblicato il 27 Marzo 2014 da g.raminelli

Oggi voglio ricordare e onorare un Serravallese che è divenuto  campione olimpionico nel 1956: parlo di TONINO DOMENICALI. Nato a Serravalle il 18 febbraio 1936 – deceduto a Milano 4 luglio 2002, si trasferì con la famiglia nel capoluogo lombardo nel 1945 e iniziò la carriera ciclistica nel 1952, a 16 anni, vincendo il campionato lombardo su strada con la maglia della “Macallesi”.

Nel settore “allievi” vinse 32 corse su strada. Nel 1954 passò alla squadra del Pedale Monzese e vinse la Coppa Adriana, valida per il campionato italiano di inseguimento a squadre. Passò quindi all’Aurora Desio nel 1956, con la quale vinse la medaglia d’oro “Emilio Gardiol” (velocità su pista), il campionato italiano di inseguimento a squadre su strada. Ai Giochi della XVI Olimpiade di Melbourne dello stesso anno, vinse la medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre su pista con Leandro Faggin, Valentino Gasparella e Franco Gandini. Passò quindi alla categoria dei professionisti, gareggiando dal 1957 al 1965 con diverse squadre (Asborno, Ignis, Bianchi e GBC). Vinse sei corse (tra cui il “Gran premio Faema” a Chignolo Po, valido come premondiale) e partecipò a tre edizioni del Giro d’Italia. Nel 1960 stabilì il record dell’ora dietro moto leggere e nel 1963 vinse il campionato italiano Stayers.

Sulla “Gazzetta dello Sport” del 5 luglio 2002, Rino Negri parlando di lui scrisse: “Ricordo che un giorno Guido Costa, maestro degli azzurri su pista, disse che era un peccato non avere Domenicali a completa disposizione. Tonino aveva, infatti il pallino della strada (…). Più di una volta Coppi lo volle al proprio fianco in riunioni al Vigorelli”. Con Coppi disputò e vinse diverse gare fra le quali la famosa “Omnium Campagnolo” ad inseguimento. In effetti Domenicali si dedicò alla pista (mezzofondo e seigiorni) nella sua ultima stagione di attività.

Nel libro di Marco Pastonesi intitolato “Gli angeli di Coppi: il campionissimo raccontato da chi ci correva insieme, contro, e soprattutto dietro“, pubblicato da EDICICLO nel 1999, c’è anche la bella testimonianza di Domenicali: Riferendosi a Coppi dice: “Io lo chiamavo così. Lui era il capitano. E io, al mio capitano, davo sempre del lei. Lo so, sbagliavo: c’era così tanta differenza di classe, che a Coppi avrei dovuto dare almeno del voi. Le prime corse le ho fatte pensando a lui, al signor Fausto. Si correva intorno a casa, era una casa di ringhiera. E anche da dilettante, il modello era sempre lui, il signor Fausto.” Parlando della vittoria olimpionica: “Mi dettero seicentomila lire, che erano una fortuna, e una medaglia d’oro. Le seicentomila lire se ne andarono subito per comprare una Fiat 600. Siccome mia madre non voleva debiti, la pagai con i contanti. Per regalo mi montarono antifurto e tappetino. Invece la medaglia d’oro era di vermeil: lo scoprii quando cercai di venderla. Poi ci ho ripensato. Me la sono tenuta. Per fortuna.

Sposatosi nel 1961 con la signora Adriana Bonariva, ebbe due figli: Monica (che è stata Nazionale Azzurra di pattinaggio e campionessa italiana in Figure Obbligatorie), e Filippo (che è stato Nazionale Azzurro di vela).Tonino abitò a Segrate per più di trent’anni. L’anno dopo la sua morte, nell’aprile 2003, il Comune lo insignì del premio “Ape d’Oro” alla memoria e gli dedicò il Trofeo Ciclistico “Città di Segrate”.

A Tonino Domenicali, che ha dato lustro non solo al Ciclismo Italiano, ma anche al suo paese natale, andrebbe dedicata una via. Sono passati più di dieci anni dalla sua morte. Se il Comune volesse avviare le pratiche, il decennio di attesa è trascorso!

Giovanni Raminelli

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