Erano più di vent’anni che, ogni qual volta entravo nel suo bar, nel “mio” bar, nel bar dove con gli amici trascorri i momenti di svago, dove, con i compaesani, parli degli argomenti dell’attualità quotidiana e paesana, avevo modo di dire:
– Ciao Vittoria, fammi un caffè.
– Macchiato?
– No! Normale.
Da più di vent’anni la conoscevo come una grande professionista, un’appassionata del suo mestiere: mestiere non facile per chi lo fa nei nostri piccoli paesi.
Orari a volte assurdi, clienti da accontentare, spesso da sopportare, con le loro lamentele e con le loro, non sempre comprensibili, pretese da esaudire.
Apparentemente non si scomponeva più di tanto, ma trentacinque anni di attività di questo genere hanno la coda lunga.
Eppure lei, degna erede di grandi gestioni del passato, ferrea timoniera di una nave che sentiva sua, che ha allevato, coccolato e portata per mano per oltre trentaquattro anni di attività, non ha mollato mai, fino alla fine.
Ci ha lasciato sabato scorso, dopo l’ora di cena, mentre stava là, al suo posto, alla macchina del caffè, al timone di quella macchina tanto cara.
Ha salutato tutti, la Vittorina! Lo ha fatto in silenzio e se n’è andata a riposare in un posto tranquillo.
Ora tocca a te Laura!
A te, che quel mestiere l’hai imparato da lei, tocca mantenere vivo il Bar Sport di Serravalle.
Ce la farai! Si che ce la farai, perché, proprio quando sembra che il mondo ci crolli addosso, una forza inaspettata ci aiuta a superare i momenti più difficili.
I suoi, i tuoi clienti allora, entrando, avranno modo di dire:
– Ciao Laura, fammi un caffè.
– Normale?
-No! Macchiato, grazie.
Ciao Vittorina, …… forza e coraggio Laura!!
Leonardo Peverati
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