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DEVO ANDARE A SALUTARE UN AMICO… – di Leonardo Peverati –

Istituto Tecnico Commerciale G. Maddalena – Adria CLASSE 4^C – Anno 1973/74

I giorni sono come le ciambelle, non sempre escono col buco. Oggi però no, non era un giorno nato male, anzi! Ma, in men che non si dica tutto cambia.

Un post di un vecchio amico delle superiori su facebook, una successiva telefonata e… “è morto”, lui è stato più fine, “ci ha lasciato Paolo G. A., il nostro compagno di scuola!!”.

Gli istanti successivi alla notizia servono a realizzare l’accaduto, i momenti ancora successivi servono a ricordarlo, a menzionare un po’ di quel che conosciamo della sua vita.

Una vita non semplice, combattuta, ma che non deve essere giudicata. Non mi stancherò mai di ripeterlo: “Mai si giudicano le vite altrui”!!

Qualche minuto dopo ti trovi ad accordarti per il funerale, mentre una sorta di malinconia ti pervade, per poi accorgerti che diventa, man mano che ci pensi più intensamente, un grosso, grossissimo dispiacere.

Sono trascorsi ormai quarant’anni da quando nel luglio del 1975 ci siamo diplomati.

E allora scopri che addirittura è stato più di quarantacinque anni fa che, con alcuni compagni di scuola del paese, hai affrontato l’avventura del “Giovanni Maddalena” di Adria.

Eravamo poco più che bambini, quando in un’aula ormai fresca per l’autunno incombente, ho conosciuto Paolo e, con lui, quelli che sarebbero stati i compagni del quinquennio.

Dovevamo diventare “Ragionieri”, “quii ca’ fa i cunti”. Non ci rendevamo perfettamente conto di quel che stavamo affrontando, lo posso garantire.

Corso “C”, unico corso interamente maschile dei tre, …e questo non era già un inizio straordinario; voglia di studiare? Poca, la verità è la verità. E va detta.

La lingua ufficiale della scolaresca andava dal “chioggiotto” al “sotto-marinante”, dall’ “arianese” all’ “adrioto”, dal “contarinante” al “cavarzerese”, insomma tutti i comuni dell’est bassa rodigina erano rappresentati, compresi Bottrighe e Corbola, in più noi: “i frarisi”.

Cinque lunghi anni trascorsi insieme a scuola, nelle gite scolastiche, con qualcuno eravamo insieme anche durante i week-end o a studiare durante la settimana.

Sono nate amicizie, alcune delle quali sono proseguite anche dopo il diploma sì, ma si sa, la vita ti porta ad altre avventure che inevitabilmente ti allontanano e ti fanno percorrere strade diverse.

Io non avevo visto quasi mai nessuno, di questi amici e colleghi d’avventura, per i primi diciotto anni dopo il 1975 quando, all’improvviso, nel settembre del 1993, una telefonata:

“Ciao Leonardo, sono Rossano. Ti ricordi quello di Bottrighe, sto organizzando una rimpatriata di ragionieri, “quelli della 5^/C”. Sabato prossimo, ristorante da Picin, sulla strada per Loreo. Vieni?”

Eravamo tutti là, quella sera! Come se il tempo si fosse fermato.

Sì, e perché nasconderlo, qualcuno di noi ha pianto dall’emozione. Ci siamo raccontati diciotto anni di vita, abbiamo ricordato il G. Maddalena con i suoi professori, qualcuno in bene, parecchi “in male” e, come dire, le logiche che ci legavano erano le stesse dei cinque anni trascorsi sui banchi.

Adesso ti trovi a dover prendere amaramente atto che non solo i ristoranti possono essere i punti d’incontro della 5^/C, sì perché nel frattempo, anche se non con tutti, qualche altro ristorantino ce lo siamo fatto.

Il tempo è trascorso, e tanto: “una vita”. ..Ciò nonostante, quando qualcuno di queglii scapestrati chiama, io vado, …e stavolta andrò accompagnato da una tristezza infinita

Leonardo Peverati 13.04.2015

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