Più di qualcuno, anche in questi giorni, mi chiede notizie sulle scuole. La domanda, non solo è pertinente, è perfino ovvia.
Tutti, anche chi ha altro cui pensare, di più urgente, di più personale, magari con un impatto diretto sulla propria famiglia, quando pensano a una Serravalle senza scuole, non capiscono. Per meglio dire, capiscono che ancora una volta bisogna accettare quello che altri hanno deciso, senza una logica che non sia quella, per così dire, “politica”.
E’ finita! Il Consiglio Comunale si è espresso e, con solo due voti contrari, è passata la scelta del polo unico scolastico a Berra.
Non sono bastate le 1017 firme dei serravallesi, (in sostanza l’intero corpo elettorale del paese), per essere presi in considerazione. Si è detto di tutto in quel consiglio, di tutto e molto di più, forse per coprire la mancanza di volontà al dialogo tanto sbandierata.
Si è detto che il primo comitato genitori è stato spodestato da gente senza figli, o con figli non più in età scolastica.
Si è detto che i serravallesi sono “campanilisti” e, chi ha firmato, si sarebbe in parte fatto abbindolare da persone senza scrupoli, con velleità di un futuro politico di qualche tipo.
“A mio avviso” ha dichiarato alla stampa l’Assessore competente Elisa Gulmini, “la petizione è stata sostenuta e promossa da un gruppo di vecchi protagonisti della politica locale, forse con qualche risentimento del passato, solo per far rumore!”.
Non scherziamo, chi ha voluto intendere ha inteso. Oltre mille firme per una petizione, peraltro ben spiegata e pubblicizzata nei suoi contenuti, non possono essere ritenute di persone abbindolate da pochi ruderi della politica locale.
L’intento di dare a questo paese la possibilità di avere un plesso scolastico rientra nella logica che, dove non ci sono servizi, si muore dal punto di vista economico e sociale. Non c’è avvenire per chi eventualmente volesse continuare a vivere qui con la propria famiglia.
Ecco perché è da respingere al mittente l’osservazione che gente senza figli, o con figli non in età scolare, non possa o non debba occuparsi di scuola. Tutti possono occuparsi, ed è auspicabile che lo facciano, di tutto quello che è inerente alla propria realtà, alla propria comunità!
Il Comitato genitori non è stato spodestato di nulla. Erano state indette delle assemblee giustamente “pubbliche”. Chi ha partecipato a queste assemblee ha ritenuto di procedere in una direzione ampiamente condivisa dai presenti. Se c’è qualcuno che lo può smentire, lo faccia.
D’altra parte è storia vecchia: il voler parlare solo con i genitori interessati al servizio scolastico in quel preciso momento, significa circoscrivere il problema a pochi. Significa aver a che fare con famiglie che cambiano in un tempo, dopo tutto, abbastanza breve.
Inculcare poi l’idea della “scuola di qualità”, quella fatta con il maggior accentramento possibile, facendo così massa critica, fronte comune, è una favola adatta a chi vive nel mondo delle nuvole; una vera e propria panzana e presa in giro di cattivo gusto.
La scuola di qualità non si fa per decreto, o perché si va tutti nel “capoluogo”, o per motivi più o meno reconditi: la scuola è valida se gli insegnanti sono validi e capaci.
I mezzi? Di che cosa stiamo parlando: d’internet, delle sale d’informatica?!! La scuola media di Berra aspetta da lungo tempo, ma a parte qualche PC di vecchio stampo, nulla! E, ammesso fosse così fondamentale, internet “non pervenuto”!
E’ finita quindi. La scelta è stata fatta e a quell’amica che mi chiede, “ma ci fermiamo qui”? Rispondo: “Dimmi, dove possiamo andare, vengo con te”.
Siamo andati dove dovevamo! Da chi avrebbe dovuto almeno ascoltarci e che nemmeno ci hanno convocati.
Siamo andati dall’Amministrazione Comunale, dove il nuovo della politica è presente. E’ presente con metodi nuovi, talmente all’avanguardia che sbrigano pratiche complicate senza bisogno di confrontarsi con idee diverse.
Siamo andati dove la delusione, se possibile, è stata ancor più “cocente”: da quel Consiglio Comunale dove la rappresentanza serravallese è del cinquanta per cento. Da quel Consiglio Comunale dove i nostri rappresentanti non hanno saputo, salvo due su sei, far altro che capire gli interessi di tutti, fuorché quelli del proprio paese.
E’ lì che si doveva decidere. E’ l’amministrazione di un comune che decide dove dislocare sul proprio territorio i plessi scolastici, cosa che poco importa alle autorità scolastiche.
Allineati e coperti, Assessore Gulmini, allineati e coperti, cari consiglieri. A Berra si vincono le elezioni e anche in questo caso Berra è salva. Questo è il nuovo che avanza della politica locale.
Una grande delusione, ve lo dice un “rudere della vecchia politica” che allineato e coperto non lo è stato mai!!
Leonardo Peverati – 8 novembre 2015
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