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RICORDO DI DON MICHELANGELO SANDRI PARROCO-ABATE DI SERRAVALLE – A VENT’ANNI DALLA SCOMPARSA – di Giovanni Raminelli

DON MICHELANGELO SANDRI

Quando nacque a Ro (Ferrara) il 9 gennaio 1931, la famiglia aveva già deciso di trasferirsi a Codigoro, ove, bambino, frequentò le elementari. Proseguì gli studi con la frequenza delle scuole medie dalle quali passò al Ginnasio in Ferrara e al Liceo a Vicenza, diplomandosi nel 1951. La vocazione al sacerdozio lo chiamò a frequentare gli studi teologici nel Seminario Regionale di Bologna, conclusi i quali venne ordinato sacerdote l’8 luglio 1956 dal vescovo comacchiese Mons. Mocellini che lo destinò parroco a Gorino. Il 1° novembre 1969 prese possesso della chiesa arcipretale dei SS. Pietro e Paolo di Mezzogoro esercitando il suo mandato per ventitré anni. Il 6 gennaio 1993 venne immesso solennemente nel possesso della chiesa abbaziale parrocchiale di San Francesco d’Assisi in Serravalle. E’ stato membro attivo di “Incontro matrimoniale” e donatore benemerito dell’A.V.I.S.. Colpito da una grave malattia trascorse un lungo periodo di sofferenza, ritornando alla Casa del Padre giovedì 6 giugno 1996.

Vado a vedere il Signore: sarà la scoperta più bella della mia vita. E la mia gioia.” Queste le ultime parole del testamento redatto un anno e mezzo prima della sua morte. Ha voluto essere sepolto nella nuda terra, nei pressi dell’ingresso principale del cimitero di Serravalle, una posizione strategica per “vedere” anche tutti i parrocchiani che quotidianamente vi si recano. Don Michelangelo era così: amava stare in mezzo alla gente, alla sua gente. Aveva un modo di porsi genuino e cordiale. Sapeva mostrare il lato più spontaneo di un carattere semplice e onesto, soprattutto il lato più vero del suo essere prete. Nulla nascondeva. Nelle relazioni umane si sentiva amico di tutti e ciò ha lasciato un segno profondo e un positivo ricordo nella comunità nonostante la breve permanenza. Con la serena accettazione del dolore e della sofferenza fisica, a Serravalle ha insegnato che la fiducia in Dio è fonte di gioia e di consolazione anche in mezzo alle tante, giornaliere difficoltà della vita. Ospitato in degenza presso la Casa di Riposo “Dott. A. Capatti” di Serravalle, ha mostrato di saper impegnare proficuamente il tempo scrivendo preghiere, producendo poesie, scrivendo commenti al ciclo liturgico. Non ha allontanato nessuno, tutti riceveva, anche quando il dolore lo tormentava, accogliendo al capezzale autorità, amici, parrocchiani, confratelli. Metteva a proprio agio chi gli stava accanto perché come uomo di Dio era cosciente che la civiltà dell’amore può partire da un sorriso, da una buona parola, da un gesto affettuoso. La sua pur breve presenza è stata una grande testimonianza di amore. E ogni testimonianza di amore lascia sempre frutti positivi.

Giovanni Raminelli

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