IL MONDO CANTA MARIA
Non è mai stato semplice dichiarare: “Io sono un Cristiano”, per giunta praticante.
Non lo era quando ero un bambino, quando tutto portava altrove e non certo a frequentare assiduamente funzioni religiose e catechismo.
Non lo era quando, ormai ragazzino, poi ragazzo, frequentare gli ambienti parrocchiali, fare attività in quei luoghi e frequentare la messa la domenica, eri spesso etichettato dai tuoi amici come “al basa pilete”.
Erano i tempi eroici delle ideologie di stampo politico e certo, dalle nostre parti, non avevano il sopravvento quelle legate alla chiesa e alla fede religiosa.
Non lo è oggi, “semplice”, perché ancora attraversare la piazza, la domenica ed entrare in quel luogo di culto, può essere motivo di qualche scherno, magari apparentemente scherzoso, ma sotto sotto non troppo.
Allora quello che abbiamo visto sabato scorso, 16 luglio, in piazza a Serravalle, lo considero uno spettacolo unico e, per certi versi, dirompente nel modo di fare “Evangelizzazione Cristiana”.
Si è cantato, si è suonato e tre artisti, una madre di famiglia, Rachele Consolini di Verona, una suora eremita, madre Cristina Damonte di Aosta e un ragazzo, Marco Tanduo di Padova, accompagnato da cinque amici musicisti, hanno dato prova di grande professionalità, musicale e canora.
Hanno cantato canzoni per lo più scritte da loro, canzoni che raccontano di una vita vissuta nel tentativo di avvicinarsi sempre più a quel Dio che sentono vicino, per non perderlo e per rendergli grazie magari degli aiuti già ricevuti.
…Ma soprattutto in quel raccontare, tra una canzone e l’altra, anche le proprie vite, in quell’ “urlare” ai presenti la propria fede, hanno dimostrato che si può essere Cristiani senza aver vergogna di dichiararlo. Quella vergogna che forse ancora tiene lontano qualcuno dai luoghi di culto, dai luoghi di preghiera; quella vergogna che ci impedisce spesso di rendere pubblica la fede in Cristo, quella vergogna che la dà vinta al fesso di turno che, cercando di darsi un tono, confessa tutta la sua ignoranza.
Erano oltre 250 i presenti che hanno goduto di un concerto musical-canoro vivace, impegnato e gioioso, ….gioioso come il messaggio che, chi l’ha interpretato, ha voluto far passare.
Un messaggio di amore e di libertà!! Il messaggio che, appartenere alla fede Cristiana, non significa avere l’aspetto tetro e medievale di un brutto passato, ma quello gioioso e felice di un presente tutto da vivere.
Il “Coro Giovani” della nostra parrocchia ha concluso il concerto e per tutti gli applausi non sono mancati.
Leonardo Peverati – 18 Luglio 2016
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