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BERRA, “INCONTRI CON L’AUTORE” INSERITO NEL PROGRAMMA NAZIONALE “MAGGIO DI LIBRI” – IL PRIMO INCONTRO IL 12 MAGGIO – ELENCO DEI PROSSIMI INCONTRI –

Berra. Sabato 12 maggio si è svolto il primo incontro di “A libri aperti: incontri con l’Autore”, inserita nel programma nazionale “Maggio dei libri” ed organizzato dall’amministrazione comunale di Riva del Po con la collaborazione della cooperativa Le Pagine, gestori della biblioteca, il Gruppo di Lettura della Biblioteca di Berra e l’acs Berra.

Interesse e partecipazione alla prima delle 3 giornate in programma, durante la quale si è parlato di “Poesie all’acquerello” di Edda Benazzi e Maria Luisa Lazzaro, “La piccola Pettirosso e i suoi semini” di Elisa Peverati, “Le radici del gusto. Itinerari dendro-gastronomici,  viaggio nella grande bellezza dell’Emilia Romagna, tra “grandi alberi e grandissimi piatti” di Carlo Mantovani.

Una profiqua ed interessante discussione tra gli autori e Cristina Serafini del gruppo di lettura della biblioteca: proiezioni di immagini dai testi presentati.

La seconda serata è fissata per mercoledì 15 maggio alle 9,30 “Come le donne diventeranno libere. Socialismo ed emancipazione del giornale della socialista ferrarese Rina Melli: Eva” di Susanna Garuti. Incontro rivolto alle classi terze della scuola secondaria di primo grado (scuole medie) “Ugo Foscolo” di Berra.

Dialoga con l’autrice Anna Maria Quarzi, Direttrice dell’Istituto di storia contemporanea di Ferrara.

Le letture di alcuni brani sono a cura del Gruppo di lettura della biblioteca.

Sabato 25 maggio alle ore 17 ultimo incontro. “La strada di Marco: storia di un ragazzo, di una curva maledetta e di una battaglia giudiziaria da Ferrara a Strasburgo. Il “caso Coletta” di Nicola Bianchi.

Dialogano con l’autore Giovannino Bellini del gruppo di lettura e la giornalista del resto del carlino Anja Rosdi. Interventi, letture e testimonianze.

(d.m.b.)


UN ASSAGGIO DELLA FESTA DEL BRUSCANDOLO DA “OTTO INTINERARI DENDROGASTRONOMICI FERRARESI”

Sabato ero a Berra, paesino che si affaccia sul Po tra Ferrara e Rovigo, dove il grande fiume inizia la sua foce e si prepara al suo enorme tuffo in mare. Ufficialmente, per presentare la mia guida le Radici del Gusto, essendo Berra protagonista di uno degli otto itinerari dendrogastronomici ferraresi, grazie ad uno dei pioppi bianchi più grandi e belli d’Italia: ma in realtà non vedevo l’ora di assaggiare i piatti della frequantatissima Sagra Mondiale del Bruscandolo, il germoglio del luppolo selvatico che da queste parti cresce spontaneo, che rappresenta la parte gastronomica del percorso.

Per problemi logistici, infatti, non ero riuscito ad assaggiare quelli che leggevo essere i prelibati piatti della sagra, ma, in via del tutto eccezionale, avevo deciso di inserira ugualmente nella mia guida regionale: parlando al telefono con gli infaticabili responsabili della Associazione Cultura e Spettacolo Berrese, che da quasi vent’anni organizza l’evento gastronomico più atteso della zona, avevo percepito passione autentica, un atteggiamento che, in qualunque settore, porta sempre ad ottimi risultati.

E non appena sono entrato nel centro Sociale la Colomba, che ospita la manifestazione, ho capito che la mia intuizione era corretta e la scommessa era vinta: ancor prima di impugnare coltello e forchetta, sono stato travolto dall’energia pulita dell’entusiasmo, dal calore gratuito di un intero paese seduto a tavola, catalizzato dal potere coesivo del buon cibo. Che poi, come ho avuto modo di constatare via via che i piatti si succedevano, non era buono: era squisito. A cominciare dalle invitanti fette di salame che avevo chiesto come antipasto, morbide e profumatissime, un’esplosione di gusto perfettamente controllata dalla fragranza del pane ferrarese con cui si accompagnano.

Quando poi è arrivato il leggendario risotto al Bruscandolo, ho capito perchè è considerato il piatto principe della sagra: cotto alla perfezione, consente di gustare al massimo l’aroma delicato di questo ortaggio, apparentemente simile all’aparago. Un sogno  gastronomico che non si è certo interrrotto passando al secondo: il delizioso brasato che, come avrebbe detto Gordon Ramsey, “si scioglieva in bocca”. magistralmente cucinato dai volontari dell’associazione e felicemente accompagnato dal soave sapore del purè al Bruscandolo. 

Un’esprienza, quella della sagra del Bruscandolo,  che  mi ha dato ancora uan volta conferma che un piatto radicato nel teritorio e cucinato a regola d’arte non è soltanto cultura materiale: soddisfaando al tempo stesso el esigenze del palato e quelle dell’anima. In un paese adagiato sulla sponda del Po, del resto, non ci si può aspettare altro che un fiume di sapori.

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