Non poteva finire peggio di così. L’acclamata autonomia richiesta da Veneto, Emilia Romagna e Lombardia si è fermata contro un muro. Il più arrabbiato dei governatori e per ovvi motivi è Luca Zaia, del Veneto, che tuona: “E’ una farsa, i veneti presi in giro da gente incapace anche solo di mantenere la parola data”.
Ha vinto il partito del sud. O meglio, il partito di chi intende lasciare tutto com’è: un’Italia dove c’è chi paga e chi riscuote. Era nell’aria, ma dopo l’ennesimo vertice andato malamente a vuoto, è chiaro che per parlare di autonomia bisognerà aspettare altri tempi; altri interlocutori. E anche un altro governo. Sullo sfondo resta il paradosso che a firmare per l’avvio del processo di autonomia era stato il governo di centrosinistra di Paolo Gentiloni. A bloccare tutto è un governo di cui fa parte il partito autonomista per eccellenza, vale a dire la Lega. Questo round l’hanno però vinto i 5 Stelle. Con buona pace delle Regioni del Nord.
Il governatore Luca Zaia l’ha presa malissimo. Ma non poteva essere diversamente. E ha messo da parte anche la ragione di partito: “Siamo davanti a una farsa; un’autentica farsa. Sono stanco di vedere come alcuni vogliono portare l’autonomia verso l’agonia. Sappiano però che, finchè ci sarò io, l’autonomia non sarà morta né, tanto meno, saranno morte le istanze dei veneti”.
Va ricordato che i motivi principali della richiesta di autonomia erano diversi da regione a regione anche se si puntava molto su 15 dei 23 punti previsti. Ad esempio Bonaccini (Emilia Romagna) puntava molto sulla possibilità di avere autonomia “Per rendere più efficaci i servizi, più efficienti i procedimenti, più snelli i tempi di risposta della pubblica amministrazione. Interpreto questa riforma come un’occasione di modernizzazione istituzionale e amministrativa, per accrescere la capacità di programmazione e risposta.
Per me gli ambiti più qualificanti sono la programmazione scolastica, formativa e universitaria anche nel rapporto con le imprese; la programmazione degli interventi e lo snellimento degli iter autorizzativi nella gestione del territorio o per la realizzazione delle infrastrutture; la programmazione e l’autorizzazione degli interventi per l’adeguamento sismico e la rigenerazione urbana. Le nostre proposte sono già sottoforma di intesa, attendiamo quindi parole conclusive da parte del Governo”.
Arrivate oggi, con un secco NO.
(l.c.)
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