Berra. (dall’inviato Luciano Cicoria). Un incontro pubblico si è svolto lunedì sera (20 marzo 2018) presso la sala civica di Berra per parlare della fusione tra Berra e Ro.
Promotori della serata gli ex sindaci Berresi Diego Cavallina e Cristiano Capisani: il primo, nonostante non sia più residente a Berra da molti anni, dimostra un interessamento ed un attaccamento alla sua terra d’origine che va ben oltre quello che si può pensare, come ha sempre dimostrato.
Ed è proprio Lui che inizia la serata, sgombrando subito il campo da equivoci: ”Voglio precisare che non ci sono rappresentanti dell’Amministrazione presenti all’incontro perché questo gruppo non vuole essere un gruppo partitico ma vuole creare un comitato per il SI tra tutti i cittadini, senza distinzione di bandiera, uniti unicamente dal desiderio di favorire la fusione”.
Cavallina ha poi ripercorso la strada intrapresa dagli amministratori per arrivare sino a questo punto, rimarcando che mentre a Berra l’intero Consiglio Comunale si è espresso per il si alla fusione, a Ro la minoranza è stata contraria.
“E’ chiaro – ha detto Diego Cavallina – che sono molte le buone ragioni per votare SI, prima fra tutti l’arrivo dell’incentivo di 15 milioni di euro spalmati in 10 anni, quindi 1 milione e mezzo l’anno a disposizione della nuova amministrazione che si andrà ad eleggere nella primavera 2019. L’unione di Berra Ro, due entità più o meno simili, porterebbe alla formazione di un comune di circa 8000 abitanti ed è importante se teniamo conto che il calo dei servizi è dovuto al calo demografico. Il numero di cittadini si riduce, i servizi chiudono. La fusione non è obbligatoria, non ci viene imposta, ma viene auspicata e gli incentivi servono come spinta. Rimanere da soli non garantisce la sopravvivenza”.
Ha poi ricordato i due nomi fino ad ora usciti per il nuovo comune: Rive del Po e Lavezzola.
L’incontro era mirato, oltre che ad informare, anche a cominciare a raccogliere idee e proposte di una eventuale utilizzazione di questi contributi: idee e proposte che verranno poi sottoposte all’attenzione dell’Amministrazione che verrà eletta.
Cristiano Capisani ha precisato che gli uffici di contatto, il cosiddetto front office, non verranno modificati, mentre la municipalità dovrebbe rimanere a Berra,ma questo sarà stabilito e definitivo solo quando sarà approvato e redatto lo statuto del nuovo Comune.
Non è mancato il dibattito, con una ovazione per gli investimenti di miglioramento delle strade attuali, ridotte ad un colabrodo. Tra gli altri punti del dibattito i corsi di formazione sull’agricoltura, vista la vocazione locale, proposte legate alla valorizzazione del territorio, migliorare l’arredo urbano, combattere il calo demografico e la fuga dei giovani pensando a qualche soluzione lavorativa (soprattutto per le donne) che li trattenga, potenziamento degli sportelli bancari ed altro.
Nella chiusura Diego Cavallina ha auspicato: ”Che il risultato SI al referendum porti ad una fusione e a conseguenti benefici che invoglino la popolazione a rimanere nel territorio”.
L’incontro, alla quale hanno partecipato una trentina di persone, si è concluso senza la formazione di un Comitato per il SI, ma con l’impegno a riflettere e a ritrovarsi dopo Pasqua.
L’incontro ha mostrato come questa occasione possa essere un modo per tentare di risollevare le sorti di questo Comune, quando invece votando NO sarebbe solo un modo di precludersi delle possibilità e andare unicamente verso il poco…poco…e niente.
Alla fine il tran tran quotidiano non verrebbe minacciato.
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