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BERRA, IL “BORGO DEI FIORI” SEMPRE AL CENTRO DELL’ATTENZIONE PER LE INADEMPIENZE RELATIVE ALLA SICUREZZA PUBBLICA

Berra – Il Borgo dei Fiori entra nuovamente e prepotentemente nella cronaca locale quotidiana. Questa volta però non si tratta di una segnalazione per una zona incolta, una zona lasciata all’incuria, con i proprietari (sembra padovani) che non ne vogliono sapere di tenerla come si deve, ma di una zona che presenta pericoli.

Ancora una volta è doveroso ricordare che stiamo parlando di una zona privata, un appezzamento di terreno che si trova sulla via Postale, la strada provinciale che attraversa l’abitato di Berra, e sul quale doveva nascere un “villaggio” abitativo, appunto “Borgo dei fiori”. L’idea era partita una ventina di anni fa da una ditta veneta: molto probabilmente l’appetibilità del costo del terreno, che da queste parti ha prezzi di mercato inferiori alla media, aveva attirato l’attenzione della ditta, che evidentemente non aveva fatto i conti con il mercato stesso, molto povero di acquirenti. Da qui la nascita di solo 4 villette a schiera (tutte occupate) ed un appezzamento di terreno in preda all’abbandono. Ora il dito viene puntato sulla sicurezza, pressoché uguale a zero.

Da quando il Borgo è nato viene calpestato da chiunque passi a piedi: non bastano quattro transenne agli ingressi principali – tutto l’appezzamento non è recintato – per far capire che in quella zona non bisogna entrare. E poi vi è una urbanizzazione, luci pubbliche comprese, che lasciano pensare a qualcosa di pubblico. Ma dentro ci sono anche delle trappole, spesso nascoste dall’erba alta, che potrebbero rappresentare pericoli gravi.

Essendo proprietà privata le regole sono un po’ diverse dai luoghi pubblici, ma ugualmente esistenti, che però i proprietari non rispettano. Più volte l’amministrazione comunale ha dovuto intervenire, prima per redarguire il proprietario di tagliare l’erba e poi con verbali. Ora il dito viene puntato contro i pozzetti aperti e profondi, anche 1 metro e mezzo, pericolosi per tutti: la vicenda della cagnolina intrappolata per un giorno dentro uno questi è storia che tutti conoscono (terminata a lieto fine).

Ora ci si chiede fino a che punto questa zona deve rimanere un pericolo. Il fatto che sia privata non significa che tutto debba essere lasciato al caso: qualcuno deve metterci una pezza. E, come dice giustamente il cittadino che ha smosso il tutto: “La zona è accessibile da più punti, due transenne non fanno la sicurezza di chi, anche per gioco, ci si può avventurare; ed anche se fosse chiusa sotto una cupola di vetro non sarebbe normale lasciare aperte trappole pericolose. La cronaca è piena di disgrazie e di “lo sapevano tutti”, ma tutti hanno fatto nulla”.

E sono stati molti i cittadini che si sono associati a questa “denuncia”. Il messaggio è molto chiaro: “Istituzioni non aspettate la disgrazia per prendere provvedimenti seri ma datevi una mossa”.

E lo sappiamo benissimo tutti che per motivi di sicurezza si può intervenire ovunque, anche in proprietà private. Cita un vecchio ma attualissimo proverbio: “Hanno chiuso la stalla dopo che i buoi sono scappati”.

(l.c.)

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