Cologna – Gli abitanti di Cologna hanno ben presente la figura del loro concittadino Aurelio Zamboni perché vedono quotidianamente il monumento a lui dedicato nella piazza del paese, nell’atto più drammatico della sua vita, cioè mentre scaglia contro il nemico l’avanbraccio sinistro che gli era appena stato amputato perché lacerato dall’esplosione di una granata, poco prima di morire dissanguato nel deserto della Libia a sud di Tobruk il 15 dicembre 1941.
E’ un gesto eroico che nell’epopea nazionale ricorda quello di Enrico Toti, anche lui bersagliere come il nostro Zamboni, che incitava i suoi commilitoni all’assalto delle trincee austriache durante la prima guerra mondiale scagliando contro il nemico la stampella con la quale aiutava la sua mutilazione, avvenuta però in precedenza per un infortunio sul lavoro.
La drammaticità della fine di Zamboni è ben più evidente. Lo scontro avviene sul campo di battaglia tra le truppe italiane del 9° Reggimento Bersaglieri, nel quale era inquadrato Zamboni come caporale tiratore di mitragliatrice, e le truppe inglesi, i combattimenti erano in corso da alcuni giorni, i nostri soldati erano esausti, così anche il nostro mitragliere che non si staccava dal suo pezzo e continuava a combattere nonostante il fuoco nemico lo avesse colpito in varie parti del corpo.
Il finale drammatico si compie quando una bomba gli stacca quasi completamente l’avambraccio sinistro che lui si fa amputare completamente dalla sanità con mezzi di fortuna e continuando a combattere incita i suoi commilitoni lanciando il suo arto contro il nemico per poi soccombere.
Tutte le testimonianze sono concordi nel riportare una scena così drammatica e carica di emozione, inoltre il monumento di Cologna riporta anche la frase che il nostro avrebbe pronunciato prima di morire: “non ho più bombe, ma ecco la mia carne, e che vi possa arrecare danno”.
Per la verità è da credere che in momenti così tragici e concitati il linguaggio sia stato più crudo e realistico, la versione riportata è quella aulica e burocratica contenuta nella proposta per la Medaglia d’Oro al Valor Militare , che fu conferita meritatamente con decreto del 2 marzo 1949.
L’episodio fa parte dell’ampia letteratura di guerra che narra dell’eroismo dei nostri soldati, che dovettero sopperire con le loro fatiche e i loro sacrifici alla scarsità delle risorse tecniche a loro disposizione, prova ne sia che fu immortalata nella copertina della Domenica del Corriere dell’8 marzo 1942 con una famosa tavola disegnata da Walter Molino.
Da allora tutta la comunità di Cologna ha sempre commemorato il sacrificio del suo illustre concittadino nato nella località rivierasca al Po (allora facente parte del Comune di Berra) esattamente il 30 dicembre del 1919, ma soprattutto lo ricordano i suoi commilitoni bersaglieri.
Infatti la sezione ferrarese dell’Associazione Nazionale Bersaglieri è intitolata ad Aurelio Zamboni, e la memoria del suo eroismo è mantenuta viva con iniziative periodiche come la intitolazioni di due strade, una a Cologna e una a Ferrara, o lo scoprimento della targa commemorativa sulla casa dove il nostro ebbe i natali.
Anche la famiglia ha sempre tenuta viva la memoria dell’eroe attraverso la figura del fratello Paolino (anche lui bersagliere) e l’attuale sindaco di Riva del Po (del cui territorio Cologna ora fa parte) è il dott. Andrea Zamboni, figlio di Paolino e nipote di Aurelio.
(dica)
IL PROGRAMMA
In occasione del centenario dalla nascita del bersagliere Aurelio Zamboni ci sarà una festa a lui dedicata ed organizzata dall’Eco del Bersagliere.
Domenica 20 ottobre alle ore 9,45 raduno in piazza della Libertà a Cologna, paese natale dell’MOVM Aurelio Zamboni.
Alle ore 10, con la presenza della Fanfare dei Bersaglieri di Padova, alzabandiera e deposizione di una corona di fiori al monumento a lui dedicato presso i giardini attigui alla piazza. A seguire breve discorso delle autorità intervenute.
Alle ore 10,50 deposizione di una corona di fiori presso la casa natale e alle ore 11 celebrazione della Santa Messa presso la chiesa locale di Santa Margherita. Al termine sfilata per le vie del paese al passo di corsa. Alle 13 pranzo Cremisi presso lo stand permanente di Guarda.
La giornata si conclude alle 17:00 con l’ammaina bandiera.
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