Riva del Po – Sono giorni bollenti, di fuoco, quelli in seno all’Unione Terre e Fiumi, tanto è che è stata rinviata la data per l’accensione del riscaldamento. Bando agli scerzi.
Come si diceva alcuni giorni fa, la “battaglia” tra il sindaco di Copparo Fabrizio Pagnoni (Lega) e il sindaco di Riva del Po Andrea Zamboni (PD) nonché Presidente dell’Unione, si è trasformata in “guerra“.
E come sempre sono le differenze politiche e i pesi che fanno la differenza. Sulle prime non ci sono dubbi: due sindaci di sinistra (Tresignana e Riva del Po) contro uno di destra (Copparo). Sui pesi è più difficile fare i conti, perché ci sono il numero degli abitanti, l’estensione territoriale, la complessità economica. E poi il nunero di Consiglieri e la composizione della Giunta in seno all’Unione. E poi il classico 2 contro 1, che vince sempre.
In questi giorni Pagnoni sta battendo le mani sul tavolo, cercando di imporre la sua strategia politica. Dall’altra Zamboni traccia la sua linea politica, tra l’altro neanche tanto male visto che – a parole – ha incassato il parere favorevole del consigliere/nemica Daniela Simoni, anche se con un distinguo: “A parole e come sempre tutto bene, sono i fatti che poi mancano”.
Dimenticavo Tresignana, cosa non di poco conto, opss, peso non di poco conto. È chiaro che il sindaco Laura Perelli sia e stia dalla parte di Zamboni. Lo si capisce anche dal “silenzio-assenso” di questi giorni. Ma il sindaco Perelli ha già buttato e dettato le sue linee guida.
“Il cambiamento dello statuto era già previsto: faceva parte del mio programma di mandato”. “È impensabile poter governare con il 51%, serve un consenso più ampio sul territorio”. E comunque la parte politica di appartenenza di Perelli è quella di Zamboni. Ma bisogna fare attenzione, perché il gruppo di appartenenza della sindaca Perelli si chiama “Tresignana Prima di Tutto” e se buon sangue non mente in cambio lì – a Tresignana – ci deve andare qualcosa, perché la sindaca deve rendere conto ai suoi elettori.
E allora si ripresenta la “solita” domanda: Unione SI, Unione NO. Ancora una volta è come già detto (Lo so, sono sempre le stesse cose che si dicono. Ma d’altronde questa è la politica: sono 50/60 anni che i “politichesi” dicono sempre le stesse cose e non fanno nulla. Quando inizieremo a dire cose diverse vuol dire che hanno iniziato a fare qualcosa) l’ago della bilancia, il capro espiatorio, è il corpo unico della Polizia Municipale, Locale, o come lo si vuole chiamare, dell’Unione.
La scadenza dell’Unione è quindi fissata per il 31 dicembre 2019. Lì scadranno tutte le convenzioni, compresa quella della Polizia Locale e, come ha detto Daniela Simoni “Tutti i nodi vengono al pettine”.
Saprà Andrea Zamboni “strigarli” tutti? Per poter proseguire con l’attività dell’Unione? Da buon medico non dovrebbe sbagliare la diagnosi, altrimenti il paziente muore, a meno che…………
(ci.ci.)
Views: 285