Di Leonardo Peverati
Non è certamente la prima volta che parlo della “Golena” di Serravalle, ma mi servirà, in queste poche righe che dedico a un amico che stamattina abbiamo salutato per l’ultima volta, per cercare di esprimere cosa sia stato viverci.
Mio padre, che in questo paese conosceva tutti e più di tutti, l’ho sentito spesso dirmi una frase che negli anni è diventata anche mia: “Vedat belo, quel là l’è nat in golena, …là vsin a nù”!!
Io, pur appartenendo all’ultima generazione nata in quel posto, paradiso e inferno per i suoi numerosissimi abitanti di quei tempi, ancora mi sento legato a quelle famiglie.
Difficile spiegare tutto questo a chi là non ha vissuto, specie a chi non può oggi neanche immaginare l’ambiente del tempo: le case, le piccole corti, tutto inserito in quel pezzo di terra che divide il Po dall’argine maestro.
E oggi abbiamo salutato appunto un figlio della golena: Meri Chiccoli, ma per tutti “William al Rizz”!! Figlio della Dafne e Marzio, una delle tante famiglie semplici e umili di quel tempo, dove il lavoro precario e gli strascichi della guerra non permettevano che una vita di sacrifici e preoccupazioni.
Ero piccolo, ma ricordo perfettamente William, suo fratello Vanni e la sorella Vaninca che spesso passavano da noi. C’era comunione d’intenti a quei tempi. La povertà creava quella solidarietà propria dei momenti difficili.
Alla fine degli anni cinquanta, William raggiunse il fratello a Milano per lavoro. Furono fra i tanti migranti che da questi territori andarono dove le fabbriche cominciavano a dare la speranza di una vita “diversa”. Milano evidentemente non faceva per lui, dopo poco migrò in Francia. Difficile ricostruire le sue vicende francesi fino a quando trovò lavoro in una ditta che produceva abbigliamento per bambini. Conobbe là, quella che poi diventò sua moglie e i galletti d’oltralpe lo ospitarono per qualche decennio.
Volle tornare con moglie figli al paesello William, volle tornare dov’era nato. Condusse la sua vita nella maniera semplice di sempre. Fino a poco tempo fa raccoglieva ferro: chi a Serravalle non gliene ha dato!
Proverbiale vederlo passare a bordo della sua “APE” piena, quasi rigonfia di cianfrusaglie di ferro, frutto dello sgombro di cantine e vecchie bucataie.
…E quel mezzo, a lui così caro e amico, quel “tre ruote” che lo accompagnò per mille viaggi, su e giù per le nostre vie, si è rivelato nemico pochi giorni fa. Lo ha tradito sulla solita strada che lo conduceva in paese ed è stato fatale.
Addio e arrivederci carissimo William!!
Voglio immaginarti lassù in un Paradiso speciale. Voglio immaginarti in quell’angolo di Paradiso che raccoglie le persone semplici, con tutti i loro difetti terreni, ma che hanno vissuto la loro vita non facendo male a nessuno, cercando a volte di arrabattarsi quando la sfortuna ti perseguita.
Leonardo Peverati
Views: 968