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SERRAVALLE – PEGGIORA LA SITUAZIONE DEL RISO ITALIANO A CAUSA DELLE SCELTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA – LE OPINIONI DI GIAMPAOLO CENACCHI PRESIDENTE DELLA SEZIONE RISI DI CONFAGRICOLTURA

I FRATELLI CENACCHI

Serravalle – L’importazione del riso in Italia sta diventando ogni anno un problema sempre più gravoso. “Bisogna sospendere le concessioni offerte nei confronti di taluni Paesi extraeuropei” erano le parole di Giampaolo Cenacchi, presidente provinciale e regionale e vice presidente nazionale della Sezione Riso di Confagricoltura, che aggiunse: “Se vogliamo difendere il riso Italiano, così come quello degli altri Paesi dell’Unione Europea, bisogna cambiare le regole attualmente in vigore, sospendendo le concessioni offerte nei confronti di taluni Paesi extraeuropei in quanto danneggiano i nostri produttori”.

Una battaglia, quella di Cenacchi, portata avanti e con insistenza da anni.

Per Giampaolo Cenacchi la situazione era chiara, come chiari erano i provvedimenti che bisognava adottare per arginare il calo repentino della produzione Italiana, ma anche Europea, di riso. “Ma occorre fare presto – aggiungeva Cenacchi – perché la situazione è gravissima ed è concreto il rischio di perdere una produzione importante per la nostra agricoltura come quella del riso, soprattutto per Ferrara, che con oltre 7.500 ettari coltivati garantisce oltre il 90% della produzione Emiliano Romagnola e si colloca tra le province principali produttrici in Italia”.

Tanto presto non si è fatto, ma qualcosa si è fatto. La valorizzazione del prodotto nazionale è stata resa possibile anche dai dazi, più volte richiesti da Coldiretti ed imposti nei confronti delle importazioni di riso proveniente dalla Cambogia e dalla Birmania (ex Myamar).

Ma ora il problema si ripresenta, “grazie” all’intervento dell’Ue. E così l’instancabile Giampaolo Cenacchi ritorna alla carica. “Costerà caro questo regalo dell’Ue al riso Cambogiano. A pagarne le spese saranno proprio i produttori della specie Japonica(Arborio, Carnaroli, Baldo), quella coltivata nella nostra regione dove peraltro la superficie dedicata alla colturaè crollata da 10.000 a 5.800 ettari nell’ultimo decennio. E si stima già per il 2020 un ulteriore calo oltre il 10%”.

È dura la presa di posizione del Presidente in merito al provvedimento varato dalla Commissione Europea che esclude il riso dal ripristino dei dazi su alcuni prodotti provenienti dalla Cambogia, dopo aver accertato il mancato rispetto dei diritti civili, umani e del lavoro.

Esprimono forte preoccupazione i risicoltori dell’Emilia-Romagna, tanto più che nell’ultimo anno le importazioni di riso Japonica dalla Cambogia sono aumentate del 300%.

“Pertanto, cosa succederà ora? – si chiede Cenacchi, che ribadisce – Cui prodest? A chi giova?”.

Il risultato sarà devastante soprattutto per il comparto regionale. “Importeremo grandi quantità di riso Japonica a dazio zero, ma solo della varietà “tondo” e non “lungo A”, che è la più diffusa in Emilia-Romagna.

Ciò significa che i risicoltori di “tondo”, Italiani ed europei, sceglieranno sempre di più le “nostre” varietà. Risultato: sarà inflazionato sia il mercato del “tondo” (importato a dazio zero) che del “lungo A” (seminato in regione)” è la conclusione di Cenacchi.

Ora il provvedimento della Commissione Ue può in teoria essere bloccato da una formale obiezione del Parlamento Europeo o del Consiglio. Confagricoltura ricorda che la proposta della Commissione riguardante il parziale ripristino dei dazi sulle importazioni dalla Cambogia ha coinciso con il via libera del Parlamento Europeo al nuovo accordo commerciale tra Ue e Vietnam, che prevede l’importazione a dazio zero sul mercato europeo di 80 mila tonnellate di riso lavorato, semilavorato e aromatico.

Una storia che continua, con Giampaolo Cenacchi grande osservatore a protezione riso di casa nostra.

(l.c.)

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