Riva del Po – Due ponti che ci dividono, uno nel comune, tra Ro e Polesella, l’altro a pochi passi, tra Ariano Ferrarese e Ariano Polesine (qui addirittura di ponti ce ne sono due): così vicini ma così lontani.
L’emergenza Coronavirus ed in particolare il DPCM impedisce ai cittadini delle rispettive sponde di potersi avvicinare, se non per i “famosi” e stracitati motivi. Parenti, amici, ma anche negozi, che solitamente diventano contatti quotidiani, a causa di queste restrizioni non possono essere fatti.
Lo abbiamo detto più volte che in questa situazione di emergenza quello che può essere considerato naturale improvvisamente diventa innaturale, quello che può avvenire con il buon senso in certi casi il buon senso non ci “salva” dal contagio. Ma proprio perché siamo in condizioni particolari, particolare deve essere l’attenzione. Ed allora diventa comprensibile autorizzare una persona a “valicare” il ponte per andare a prendere una cosa utile, piuttosto che dover fare molti più chilometri per raggiungere lo stesso negozio all’interno dell’area consentita.
Ma sappiamo anche che viviamo in un popolo con molti “furbetti” che di questo sicuramente ne approfitterebbero: io la chiamo irresponsabilità. Ed allora ecco le restrizioni, dettati più dal malcostume cittadino che da altro.
E poi gli affetti. Qui l’autorizzazione diventerebbe più facile. Una lista di possibili contatti, che non sono certo riassumibili in “congiunti”, ma in nomi e cognomi. E non mi si venga a dire che sarebbe un lavoro troppo lungo perché mi risulta che i componenti dei gruppi che lavorano su questa emergenza percepiscono fior di quattrini: che se li guadagnassero.
(l.c.)
Views: 162