Serravalle – La cremazione come soluzione finale del percorso di vita è diventata quasi un obbligo per i cittadini di Serravalle, la frazione più orientale del comune di Riva del Po, perché nel cimitero locale è pressoché impossibile trovare loculi, mentre le cellette abbondano.
Una situazione che si protrae da lustri, riconosciuta e confermata dalle passate amministrazioni ma mai risolta. Eppure gli spazi non mancano perché a Serravalle c’è un cimitero che a vederlo sembra quello di un paese di grandi dimensioni ed invece il paesello accoglie nemmeno 2mila anime.
Va precisato che la politica intrapresa dall’amministrazione Comunale (ex Berra) fino a qualche lustro fa era quella di farsi anticipare parte del costo dei loculi dai cittadini interessati per poi procedere alla costruzione, pratica sospesa per la mancanza di fondi comunali.
“Se il comune non riesce a fornire i loculi che almeno ci dia la possibilità di poterceli fare noi” è stato detto più volte dai cittadini. Da qui l’interessamento da parte di un tecnico.
“Nel luglio scorso – spiega un tecnico del posto – a seguito della richiesta di numerosi clienti e compaesani (circa 20) di poter avere un “forno”, ho presentato in comune un progetto/richiesta per la costruzione di Cappelle Gentilizie ad uso privato.
Naturalmente per poter fare questo bisognerebbe superare alcune barriere, che non esistevano fino agli anni ”90, quando era possibile acquistare aree cimiteriali e poi edificare Edicole Funerarie, senza alcun limite, con preventiva suddivisione dei vari loculi ed ossarie/cellette come tra loro concordato preventivamente in sede d’esecuzione dell’opera, mentre oggi il vincolo di massimo 3 nuclei per Edicola limita fortemente la libera iniziativa di privati cittadini.
Quindi e contestualmente ho presentato anche una proposta di modifica al regolamento, senza il quale è impossibile poter costruire”.
Per ora nessuna risposta è stata data a questa domanda ma pare che con l’arrivo del nuovo Capoufficio Tecnico del Comune, insediato da pochi giorni, la cosa possa essere ripresa e quindi rivalutata. Ma ammesso che si possa arrivare ad una soluzione i tempi si prospettano biblici e quindi si ripropone il “problema” dei costi di cremazione.
“La Gecim approva un bilancio in crescita? La cosa ci fa sorridere – è il commento dei Serravallesi – con queste tariffe! Ci mancherebbe altro”. E aggiungono: “Abbiamo letto della polemica sulle parole della figlia di una vittima della Lombardia relative a un conto di 777 euro.
Lo sappiamo che questa non è la tariffa per noi, ma sono comunque più di 500 euro, a fronte di altri comuni dove si paga meno della metà: ad esempio a Padova 224 euro”.
(l.c.)
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