Il 31 maggio, per la prima volta, gli abitanti del neo-comune di Riva del Po festeggeranno la loro nuova patrona indicata saggiamente nella “Madonna della Galvana”.
Si tratta di un culto antico delle genti di entrambe le sponde del Po, risalente almeno alla metà del XVII secolo, come testimoniano gli studi di Giovanni Raminelli, profondo studioso e assiduo indagatore delle storie delle nostre terre, venerata nel suo santuario nella parrocchia di Berra.
Esattamente 25 anni fa, il 29 maggio del 1995, il santuario fu riaperto al pubblico, dopo un profondo restauro voluto dall’allora giovane arciprete don Leonardo Bacelle, il quale, guidando personalmente il lavoro manuale di decine di volontari, riuscì a dare corpo al sentire popolare, anche delle persone non credenti o non praticanti, che individua nella “Galvana” un profondo elemento identitario.
In questo modo, dopo anni di abbandono, fu ripreso il culto mariano nella chiesetta che più di 60 fa (ottobre 1959) era stato costruito dalla tenace volontà di don Natale Fabbri, sacerdote ravennate, che trasferì la sede sulla via provinciale, dal precedente oratorio ai piedi dell’argine, per favorire la partecipazione popolare.
Nel discorso che come Sindaco di Berra tenni quella sera ringraziai, a nome di tutta la cittadinanza, i protagonisti del grande lavoro e sottolineai, l’importanza dell’unità di intenti che credenti e non credenti avevano dimostrato nel riconoscimento del valore identitario della tradizione mariana nelle nostre terre rivierasche.
Era d’altronde l’obbiettivo politico dell’amministrazione che guidavo dal 1990, quello cioè di abbattere muri e steccati che si erano sedimentati nella nostra società.
Ora i tempi sono molto cambiati, tutte le nostre terre sono impoverite dal profondo calo demografico, e, a parte il comprensibile disorientamento che la grave pandemia sta provocando, c’è ancora più bisogno di unità di intenti per affrontare i nuovi problemi.
Gli amministratori di Riva del Po, che hanno saggiamente scelto la “Galvana” come protettrice, sanno bene che l’unificazione dei due Comuni di Berra e di Ro ha acceso grandi aspettative, a un anno dal loro insediamento la gente si aspetta più presenza, più ascolto, più capacità di progettazione e di realizzazione delle opere promesse. Sicuramente potranno portare a loro merito il difficile compito di riorganizzazione del nuovo Comune e le grandissime difficoltà conseguente alla pandemia, che per fortuna nel nostro Comune non ha finora causato grandi danni, però sanno bene che ora incomincia il periodo più difficile, quello delle realizzazioni e del miglioramento delle condizioni di vita della nostra gente.
Per i credenti ci vorrà l’aiuto e la protezione della “nostra Madonna”, per i non credenti ci vorrà un nuovo grande impegno di lavoro, di presenza e di partecipazione. Vale per tutti, forze sociali e politiche, maggioranza e opposizione, nei momenti difficili solo l’unità di tutte le forze ci può consentire di superare gli ostacoli, e naturalmente chi è stato chiamato alla massima responsabilità sa bene che si sta giocando la propria credibilità.
Diego Cavallina – 30/05/2020
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