Guarda – Scoperto, nel vero senso della parola, dopo anni di imprigionamento tra erbacce e sterpaglie, il Sorbo di Guarda, una quanto mai leggendaria pianta secolare che risiede nella golena del Po a Guarda.
Ad effettuare il ritrovamento i volontari della Proloco “Terre Bacchelliane“, guidati dal Presidente Carlo Maranini, grazie anche all’insistenza di Carlo Mantovani, gran conoscitore e “collezionista” di piante storiche, residente nel modenese.
“Per me è stato un gran regalo quando il presidente della Pro Loco di Ro Ferrarese mi ha chiamato per darmi il lieto annuncio – racconta Mantovani – il leggendario Sorbo di Guarda Ferrarese, un incredibile Patriarca da frutto (che mi risultava campeggiare nell’area golenale del Po, ma che nonostante i miei sforzi non ero riuscito a trovare perché coperto da una vegetazione fittissima), è stato individuato e liberato dalla morsa soffocante dei rampicanti che da anni lo assediavano.
Dopo aver ascoltato la mia telefonata, in cui mi dichiaravo sconcertato per l’apparente disinteresse di una piccola comunità, quella di Ro, che sembrava aver abbandonato uno dei monumenti più rilevanti del proprio territorio, evidentemente il presidente della Pro Loco ha capito che il mio non era un capriccio da collezioanista di alberi e che avevo colto nel segno: quella pianta, uno degli esemplari di Sorbo più grandi e vecchi della nostra regione, andava recuperato e valorizzato con opere di manutenzione e con la creazione di un percorso segnalato da appositi cartelli.
“Mi impegno a darle una risposta il prima possibile”, mi aveva detto il presidente quando io gli avevo chiesto e quasi preteso di verificare se il Patriarca da frutto fosse ancora al suo posto. E non era una frase di circostanza, visto che appena 2 giorni dopo mi ha mandato le foto che mostrano una pianta certamente sofferente, con una chioma molto ridotta, ma ancora fortunatamente viva e con un fusto enorme, per un Sorbo, capace di sfiorare i 3 metri di circonferenza.
Alla comunità di Ro Ferrarese e alla Proloco va quindi il mio sentito ringraziamento, per avere restituito agli appassionati, ma soprattutto al territorio, uno degli alberi dimenticati più importanti della provincia di Ferrara”.
(bru.mo)
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