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RIVA DEL PO – RIAPRIRE LE SCUOLE DI SERRAVALLE? – LA RISPOSTA DEL SINDACO ANDREA ZAMBONI E’ PERENTORIA: NON CE N’E’ BISOGNO, CHI LO CHIEDE GUARDA TROPPO AL PASSATO E NON VEDE I PROBLEMI VERI DEL COMUNE

IL SINDACO ANDREA ZAMBONI

Riva del Po“Vecchi campanilismi, vecchie polemiche rischiano di offuscare il futuro scolastico di questo comune” sono parole del sindaco di Riva del Po Andrea Zamboni, che indirettamente risponde ai cittadini del comune di Riva del Po e in particolare a quelli di Serravalle, che chiedono la riapertura delle scuole, misura ritenuta idonea per attuare una ripresa delle lezioni in sicurezza garantendo l’opportuno distanziamento e quindi la sicurezza dei nostri bambini e ragazzi.

“Come ho già spiegato – dice il Sindaco – se ci fosse la necessità sarei io il primo ad aprire la scuola di Serravalle, ma lo ha già detto anche l’assessore Silvia Brandalesi, che coordina il gruppo di esperti  (composto da tecnici del comune e del comprensorio scolastico), che non vi è nessuna necessità di spazi fisici aggiuntivi”.

Le considerazioni del sindaco sono altre. “Continuare a guardare indietro – riprende Zamboni – continuare con le polemiche che hanno caratterizzato il dibattito fra maggioranza ed opposizione della precedente amministrazione dell’ex Comune di Berra, negli ultimi anni prima della fusione, distoglie lo sguardo dal vero problema di Riva del Po”.

Il sindaco non nasconde altre preoccupazioni. “La crisi demografica – prosegue Zamboni – il calo della popolazione giovane ( quella in età scolastica) a scapito della popolazione anziana, in netto aumento in termini di proporzione, ma comunque in una popolazione in continuo calo, metterà sicuramente in crisi tutti i servizi, scuole comprese.

Voglio pure ricordare che il nostro comune paga uno scotto severo, quello dell’abbandono scolastico precoce e già per contrastare questo fenomeno negativo e penalizzante la comunità, prima della emergenza covid-19, si stava predisponendo l’attuazione del progetto PECO ( inserito nel programma delle Aree Interne e consiste nella realizzazione di laboratori creativi e attività di supporto gratuite alle attività scolastiche).

Da qui – conclude Zamboni – stiamo e dobbiamo ripartire non solo dal numero di plessi scolastici, altrimenti credo che forse dovremmo chiuderne ulteriori più che pensare a riaprire”.

(d.m.b.)

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