Riva del Po – “Lotta al degrado urbano e ambientale: azioni di contrasto del fenomeno di abbandono dei rifiuti” un progetto importante e ambizioso, predisposto dal comandante della polizia municipale dell’unione Gianni Gardellini e per il quale la Regione Emilia Romagna ha concesso all’unione Terre e Fiumi il contributo economico di 22mila euro per l’attuazione del progetto, che doveva partire questo mese (secondo gli annunci fatti all’inizio dell’estate) con i controlli sul territorio ma che invece partirà per i corsi specifici per la formazione e terminerà l’11 novembre.
Si approfondiranno, grazie all’apporto della Scuola Interregionale di Polizia Locale, gli aspetti giuridici relativi alla materia dell’abbandono dei rifiuti, delle modalità di accertamento e dell’applicazione delle sanzioni.
L’obiettivo del progetto è la lotta al fenomeno dell’abbandono indiscriminato dei rifiuti che viene attuato attraverso azioni di intervento, tra le quali appunto le fototrappole, da utilizzare per presidi temporanei su siti sensibili. Si tratta di una strumentazione utile a ricostruire l’azione trasgressiva e a rintracciarne l’autore, dunque efficace per un’azione sia repressiva che preventiva.
Ormai disgraziatamente annoverato che tra gli “usi e costumi” di questo conune (non è detto che i trasgressori siano per forza ivi residenti) vi è quello dell’abbandono dei rifiuti, sicuramente un grosso problema in seno al comune di Riva del Po, non l’unico comune ad esserne colpito ma sicuramente uno dei più colpiti, da tempo si attendono risposte concrete.
Un problema di inquinamento ambientale, di costi di sanificazione (di recente un impegno di spesa di 200 euro per sanificare un piccolo focolaio lungo il canale a Zocca) e anche di immagine. Alcuni dati di Clara, non proprio recenti ma significativi, dicono che il comune di Riva del Po affronta una spesa annua per la gestione dei rifiuti abbandonati di alcune migliaia di euro, che non sono molti nel complesso, ma che potrebbero essere usati in altro modo, ai quali vanno aggiunti quelli spesi per sanificazioni eseguiti da altri enti, come nel caso recente di Zocca.
Ed allora si attendono le tanto acclamate e sospirare fototrappole, che dove sono già in uso hanno “dato soddisfazioni”.
(l.c.)
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