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BERRA – PER FRENARE IL MALCOSTUME DELLE DEIEZIONI CANINE SPARSE OVUNQUE, IL COMUNE PENSA DI RILEVARE IL DNA DEL CANE – UN’IDEA NON NUOVA MA CHE SAREBBE RISOLUTIVA – SEMPRE CHE LA LEGGE LO CONSENTA…

Berra – La ricerca del DNA nelle deiezioni canine come deterrente all’abbandono facile dei bisogni degli amici a quattro zampe: una proposta lanciata anni fa, al vaglio di molte amministrazioni comunali Italiane.

Sono troppi i cittadini possessori dei cani che lasciano a terra le deiezioni, nonostante esiste un regolamento comunale ben preciso ma che viene ignorato. A chiedere più controlli sono molti cittadini, perché ci sono escrementi ovunque. Ed allora ecco che rispunta la proposta, infallibile, della ricerca del DNA.

Si tratta di rilevare il DNA del cane al momento della registrazione all’anagrafe canina: operazione semplice e non invasiva. Al momento del ritrovamento della deiezione si procede alla campionatura, la ricerca del DNA ed il proprietario è trovato, senza che sia scoperto sul fatto, con relativa sanzione.

Per fare ciò bisognerebbe rilevare il dna a tutti i cani già registrati all’anagrafe canina: alcuni comuni hanno già preventivato una spesa procapite di 20 euro, da far pagare al proprietario oppure in seno all’amministrazione pubblica. Ma i problemi maggiori, che frenano questo infallibile metodo, sono altri. Il coinvolgimento di altri enti, come l’asl: ufficio veterinario per i prelievi dei campioni da analizzare, e il laboratorio analisi.

Non ultimo i costi: molti comuni hanno pensato ad un sistema misto, con pagamento al 50% tra privato e pubblico. Chi invece ha già adottato questo sistema, in realtà pochissimi comuni come Bolzano, si è accollato la spesa complessiva ma, dopo un inizio di grande lavoro, ora non si vedono più le deiezioni nei luoghi pubblici, se non quelle dei cani randagi.

(d.m.b.)

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