Berra – Dopo quasi 10 anni di battaglie legali finisce la vicenda che ha visto Finessi Tiziana (titolare dell’omonima impresa edile) contrapposta al comune di Berra prima e di Riva del Po poi in merito alla ristrutturazione dello stabile di via Piave a Berra, ex sede municipale ed attuale Biblioteca Comunale.
Il tutto parte nell’ottobre del 2010 quando, durante i lavori, la ditta si presentò in netto ritardo con il termine e per questo l’allora Giunta Zaghini decise per la recessione dell’appalto. Diritto sacrosanto, dettò il tribunale, ma i lavori fatti devono essere pagati.
Non dello stesso avviso l’amministrazione comunale di Berra, che ricorse in primo e secondo grado e Corte d’Appello. Nel mentre i lavori venivano portati a termine da altra ditta e con altri fondi: i precedenti andarono persi per scadenza dei termini.
Sabato 15 marzo 2014 arrivava l’inaugurazione del nuovo stabile ma il contenzioso procedeva ed arrivava ai giorni nostri, con non poche polemiche, dovute all’assenza della cifra inserita in bilancio. Fu così che si iniziò a parlare di “debito fuori bilancio” (e non era l’unico) da parte del comune di Riva del Po, ora diventato anacronistico, perché ormai l’attuale amministrazione ha già inserito a bilancio le cifre necessarie per saldare quel conto.
La delibera parla chiaro: “Il comune di Riva del Po decide di non proporre appello avanti la Suprema Corte di Cassazione, per impugnare la sentenza della Corte d’Appello di Bologna”.
“Il rischio cui si esporrebbe il Comune di ulteriore condanna alle spese e oneri connessi è reale al punto di sconsigliare la proposizione del ricorso per cassazione, con accettazione degli esiti della sentenza della Corte d’Appello – cita la relazione tecnica, che accompagna da delibera di non procedere – Atteso che perseverare in una lite giudiziaria, obbligando l’Amministrazione di cui abbia la rappresentanza esterna a sostenere ulteriori oneri monetari conseguenti a soccombenze giudiziarie, potrebbe essere considerata quale violazione dei parametri più elementari della buona gestione della res publica e, quindi, potrebbe esporre l’Ente ad un potenziale rischio di condanna per danno erariale.
Il sottoscritto Responsabile, vista la relazione dell’Avvocato difensore, ritiene di consigliare all’Amministrazione Comunale, di non proseguire ulteriormente nel contenzioso, che ha già comportato all’Amministrazione un totale costi oltre capitale di € 32.396,99″.
“Va considerato infine – dice sempre la relazione del Responsabile Settore AA.GG. e Istituzionali Dott. Luca Fedozzi – che le spese alle quali l’Ente andrebbe incontro per un affidamento di incarico legale per ricorso in cassazione sono ipotizzabili, applicando i parametri medi forensi in circa 10.000 – 14.000 Euro, a seconda della necessità/opportunità di una eventuale domiciliazione, ed una soccombenza in cassazione potrebbe vedere realizzata una condanna al pagamento di ulteriori spese legali e di giudizio”.
La cifra inizialmente quantificata per i lavori eseguiti era di poco superiore ai 42mila euro (a fronte di un appalto di 207.425,06 euro), mentre la cifra dopo la sentenza di primo grado era di 58.917,95 euro oltre interessi legali. La cifra che dovrà pagare ora il Comune di Riva del Po è di 84.970,94 euro. Un altro tassello “fuori bilancio” sistemato.
(d.m.b.)
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