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CAVANELLA PO – IL “MULINO SUL PO” ACCOMUNA I CITTADINI DI RO E DI CAVANELLA – CHI LO VORREBBE DISTRUTTO E CHI LO VORREBBE RIFARE – PER RO VINCE LA COSTOSA RESTAURAZIONE…

Cavanella Po – Nemo propheta in patria (nessuno è profeta in patria) è un’espressione latina che vuole indicare la difficoltà delle persone di emergere in ambienti a loro familiari; in ambienti estranei viene generalmente assunto che sia più facile far valere le proprie capacità e qualità. Definizione che veste perfettamente al Mulino sul Po. Si, proprio a lui, al Mulino sul Po, quello di Ro, tanto per intenderci, che galleggia sul Po, in quel di Cavanella, che non dovrebbe essere una notizia, il fatto che galleggia, ma una consuetudine. In molti, da quelle parti, lo hanno notato ed apprezzato, pur vedendolo in condizioni non proprio ottimali. Qualcuno l’ha scambiato con l’omonimo di Occhiobello, non avendoli mai visti entrambi, perché in realtà sono due strutture completamente diverse.

Ma ritorniamo al “nostro” Mulino sul Po, attorno al quale è nata un’aspra discussione. Sono aumentati i favorevoli alla distruzione del natante, chi lo verrebbe “lasciato andare con il corso d’acqua”, chi lo verrebbe “bruciato”, chi lo preferirebbe “distrutto e fatta legna da ardere”.

“Fino ad oggi è stato solo un dispendio enorme di risorse economiche senza dare alcun beneficio turistico/colturale”: questa è l’unica cosa che unisce tutti. Sono invece molti di più i cittadini che lo vorrebbero rivedere rinascere, ma in acqua, nel grande fiume, nel suo ruolo naturale e non sulla terra ferma, come pare debba essere il suo futuro.

“Un sondaggio tra la gente per capire lo stato d’animo dei cittadini di Riva del Po in merito al mantenimento del Mulino sul Po”. È la proposta di Maria Cristina Felisati, candidata sindaco per la lista “Basta Sprechi” alle ultime elezioni comunali di Riva del Po (non entrata in consiglio). In una esaustiva presentazione la civica Felisatti si chiede e chiede ai cittadini se siano consapevoli di quanto sia costato fino ad ora il Mulino e quali siano le sue prospettive.

“Una telenovela che dura da circa 20 anni – dice Felisatti – con persistenti spese a carico dei contribuenti”. “Qual è la proporzione fra utilizzo e spesa? Ne valeva la pena?Anche se potesse essere utilizzato al meglio, giustificherebbe l’enorme spesa per mantenerlo funzionante in acqua?”. Sono alcune delle tante domande che Felisatti pone, con la speranza di essere capita. “Non voglio attaccare nessuno – prosegue Felisatti – perché a dire di no al Mulino ero solo io, da sempre; il denaro della Comunità Europea e quello del Comune di Ro, si poteva spenderlo meglio su progetti realistici. Ora il frutto delle scelte fatte è sotto gli occhi di tutti (se sono occhi onestamente veritieri) e quei residenti che ora protestano dietro a bandiere nuove, allora erano d’accordo. Quindi collaboriamo tutti insieme per trovare soluzioni concrete”.

“Quanto ancora si dovrà spendere per il Mulino prima d’ammettere che così com’è rimane un fallimento completo – ribadisce l’ex consigliera, che per decenni ha calcato i banchi dell’opposizione consiliare – Ora il problema è di Riva del Po quindi anche di Berra e speriamo si possa mettere fine a questo sperpero di denaro”.

“Non posso quindi esimermi dal denunciare con forza questo persistente scempio – rincara l’ex consigliera – occorre predisporre un tavolo di trattativa e di ascolto del parere dei cittadini sulla vicenda per ipotizzarne un altro possibile impiego, un intervento quindi che diventi definitivo. I Residenti devono essere protagonisti – conclude Felisatti – perché il denaro speso è solo nostro”.

E mentre politici, tecnici e (forse) cittadini decidono sul da farsi, il Mulino naviga verso la ristrutturazione.

(l.c.)

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