Berra – Era partito tutto da lì, da via Bosco a Berra, e li è ritornato: il problema dell’abbandono dell’immondizia continua a tener banco. Erano partiti con un gazebo, un gruppo di persone stanche di vivere tra quintali di immondizia, lasciata da persone conosciute (non è da escludere che anche qualche sconosciuto, sapendo della situazione, ne approfitti per lasciare la sua immondizia), decise di raccogliere firme per una petizione. “Il rifiuto non è nostro” era lo slogan che li sostenevano, una raccolta firme che si concludeva sabato 12 ottobre 2019 a Ro, con la consegna al sindaco della petizione: 320 firme che sembravano ricevere un ascolto ed un percorso risolutore del problema.
“Abbiamo consegnate le 320 firme contro l’abbandono dei rifiuti: ora la palla passa a Clara.- spiegavano soddisfatti gli organizzatori – Le firme raccolte sono state consegnate al sindaco del Comune di Riva del Po Andrea Zamboni che durante l’incontro ha detto che la raccolta firme ha sicuramente avuto un impatto positivo, soprattutto per quanto riguarda gli interventi di sorveglianza, videosorveglianza e nuove modalità di raccolta dei rifiuti che Clara attiverà nel 2020, dove ogni cittadino pagherà per quanto effettivamente produce dalla propria utenza domestica.
Le richieste riportate nella petizione popolare sono quindi state accolte da parte di Clara che nel progetto 20.20 si impegna a incrementare sorveglianza e videosorveglianza con pesanti sanzioni per chi abbandona i rifiuti. Siamo contenti che la petizione abbia portato ad un cambiamento”.
Ed invece nulla, perché tra alti e bassi li l’immondizia regna ancora. Non basta neppure la videosorveglianza h24, attiva dal 2012 con un contratto di noleggio con Telecom Italia al costo di oltre 5mila euro l’anno, istallata perché “zona particolarmente pericolosa per la sicurezza dei cittadini”.
Da quei giorni, quasi 3 anni fa, l’immondizia continua ad esserci, si sposta di qua e di là sulla via, ma sempre lì rimane e sempre da lì arrivano le proteste.
(d.m.b.)
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