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Copparo – L’Unione Terre e Fiumi ai ferri corti? Chi ha assistito all’ultimo Consiglio avrà pur capito che questa è tutto fuorché una “UNIONE”. Il vocabolario, tra le tante citazioni, dice: “Associazione o accordo, a carattere politico, economico o sindacale, la cui costituzione o stipulazione sia determinata dalla necessità di una stretta collaborazione e dall’urgenza di un’azione comune”. Stretta collaborazione (?), che qui non esiste. Già nel 2020 avevamo scritto che “Sempre più a rischio chiusura”, poi scongiurata. Ma a quale prezzo? Il sindaco di Copparo Pagnoni che ordinava uno studio di fattibilità per la “Copparexit” dall’unione.
Fermo restando e riconfermato che gli studi di fattibilità fanno bene solo a chi li fa, non penso sia necessario di uno studio per capire che questa UNIONE non va, proprio perché non esiste unione. Non è necessario fare un elenco di quello che non va, perché è sotto gli occhi di tutti. Come pure non serve dare colpe, perché, come diceva mia nonna, “un piat da lu sol an cica brisa”.
Non siamo in un comune (amministrazione comunale), dove maggioranza e minoranza (opposizione) hanno un senso. Qui no; qui tutti devono tirare il carro con la stessa intensità e le singole capacità e soprattutto nella stessa direzione. Venuto a mancare tutto questo l’unione non ha più senso. E così, nell’ultimo Consiglio abbiamo assistito a “litigi”, diverbi, pareri discordanti. Insomma, tutto quello che non ci deve essere in una UNIONE.
I presupposti per fare bene ci sono, manca l’intento. Allora? Ancora una volta saranno i politici a decidere, mentre noi cittadini assistiamo inermi (forse).
(ci.ci.)
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