Berra – Cinema e teatro stanno riprendendo le loro attività, chiusi da tempo per via della pandemia. Ma se il cinema conferma la crisi che già esisteva prima della pandemia, il teatro pare partito coi migliori auspici. C’è però un teatro che questa ripresa, almeno per ora, non potrà viverla, perché non in regola con le norme di sicurezza: si tratta del Teatro Comunale “Orestino Tumiati”, chiuso da 5 anni e che dovrà attendere ancora parecchio tempo prima di poter rivedere la luce, riaprire le porte al pubblico e ritornare a proporre le commedie esilaranti di sempre. Eventi che si sono spenti da parecchio tempo, come pure le proiezioni cinematografiche.
Un investimento che rischia di diventare “vecchio” senza essere usato. È giusto ricordare che il teatro è stato ristrutturato, con denaro pubblico (quasi 350mila euro di contributi e il resto – cifra mai resa nota – a carico dell’ex comune di Berra), proprio perché non diventasse uno stabile da macello. Il teatro è chiuso da circa cinque anni, anche se alcune iniziative sono state svolte, grazie a disposizioni sindacali, e il teatro rischia di accumulare altri ammaloramenti, aggiungendo lavori su lavori.
La sua riapertura è legata all’agibilità da parte della C.P.V.L.P.S. (Commissione Provinciale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo). Trasformato in Teatro “polivalente”, consacrazione confermata dopo gli ultimi lavori di ristrutturazione (costo complessivo 342mila euro, con il 70% arrivato da vari contributi), il teatro nasce come sala cinematografica. La crisi del settore costrinse il proprietario Fusetti a chiuderlo. L’acquisto da parte dell’amministrazione comunale fu immediata, per non veder chiudere definitivamente questo prezioso contenitore: cinema, ballo, congressi, feste di ogni genere, assemblee ed altro. Insomma, come si dice, “un bene prezioso”.
L’amministrazione comunale lo aveva dato in gestione, con una convenzione, all’associazione Cultura e Spettacolo Berrese, convenzione che è stata sciolta per ovvi motivi. Ora bisogna sistemare la balaustra del loggione perché è troppo bassa secondo gli standard di legge. E poi c’è l’insonorizzazione: chi sta fuori dal locale non deve sentire il frastuono che si fa all’interno durante le manifestazioni. E poi interpellare la Commissione. Tutto questo però non è mai stato fatto, per mancanza di denaro. Ora, con l’arrivo dei contributi nelle casse comunali, si può procedere all’ultimazione dei lavori e alla riapertura del teatro.
(d.m.b.)
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