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POLESELLA – IL TRIBUNALE DI ROVIGO HA CONDANNATO A 21 ANNI DI CARCERE ROSANGELA DAL SANTO CHE UCCISE IL 26 GENNAIO 2021 IL MARITO COSTANTINO BISCOTTO – LA GELOSIA FU IL MOTIVO DEL DELITTO

Polesella – Una pena di 21 anni di reclusione è stata comminata a Rosangela Dal Santo, 57 anni residente a Polesella. Una sentenza della Corte d’Assise di Rovigo, presieduta da Angelo Rosi, che conferma quanto richiesto dal pubblico ministero Francesco D’Abrosca.

Al centro del processo, la tragedia verificatasi il 26 gennaio 2021 nell’abitazione di via Mayer a Polesella, dove risiedevano Costantino Biscotto, 55 anni, e Rosangela Dal Santo. La donna, secondo le contestazioni, quella mattina avrebbe colpito con un coltello il convivente, provocandone la morte. Come pene accessorie sono arrivate la interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e quella legale per la durata della pena.

Ed ancora, l’obbligo di risarcire ai due parenti, sorella e cognato della vittima, costituiti parte civile, rispettivamente 260mila e 140mila euro circa.

La difesa aveva cercato di sfruttare gli spiragli lasciati aperti dalla perizia psichiatrica operata sull’imputata, un accertamento che, pur non avendo concluso per la incapacità di intendere e di volere, aveva comunque lasciato “la porta aperta” per quanto riguarda l’esistenza di possibili disturbi che, ha spiegato il difensore nella propria arringa, sono importanti e da tenere in considerazione al momento di formulare la sentenza.

Quel giorno, circa 12 ore dopo, verso le 20, Rosangela Dal Santo avrebbe cercato di togliersi la vita per asfissia, nel garage dell’abitazione, collegando un tubo in gomma alla marmitta dell’auto, in funzione, e sigillando l’abitacolo nel quale si trovava.

Venne salvata dall’intervento dei vicini prima e dei vigili del fuoco poi. Il successivo sopralluogo, operato dai carabinieri, consentì di trovare il corpo del convivente, senza vita. Si procedeva per omicidio volontario. Secondo la ricostruzione dell’accusa, a provocare questo tragico esito sarebbe stata la gelosia della donna, convinta che l’uomo, che era riuscito a trovare lavoro come rappresentante e pensava di investire anche in una attività di ristorazione, potesse avere in realtà una relazione con la sua futura socia.

Ora, una volta lette le motivazioni, che saranno depositate entro 90 giorni, la difesa avrà facoltà di proporre ricorso in appello, un passo che appare estremamente verosimile.

(d.m.b.)

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