Polesella – Luciano Zerbinati e Vittorio Sgarbi, un’amicizia di vecchia data basata sul comune amore per l’arte e della collaborazione che deriva dagli anni del lavoro di ispettore a Venezia di Sgarbi, quando parallelamente Zerbinati presiedeva l’Istituto Ville Venete.
Sabato si sono nuovamente incontrati a Villa Morosini, dove l’onorevole e critico d’arte era atteso per una conferenza sulla pittura barocca legata alla valorizzazione della collezione artistica del proprietario della storica dimora ed il pubblico che ha esaurito i posti a disposizione non è rimasto deluso.
Prima di intervenire, Sgarbi ha voluto visitare tutta la villa e vedere tutte le opere d’arte recentemente collocate e si è complimentato con Ilaria Rezzi, l’artista romana in mostra nella sala degli stucchi con i suoi blu, la pop art di denuncia sociale abbinata alla figura dei puffi, mostra inaugurata il 20 maggio scorso.
Tra il numeroso pubblico molte autorità, dal prefetto di Rovigo, Clemente Di Nuzzo, è poi il comandanti provinciali dei Carabinieri, colonnello Emilio Mazza e della Guarda di Finanza, colonnello Antonio Morelli, il vicepresidente di Confindustria Venezia-Rovigo Paolo Armenio, il presidente della provincia di Rovigo Enrico Ferrarese, la delegata alla cultura e consigliere provinciale Lucia Ghiotti, il vicesindaco di Riva del Po Alberto Astolfi, l’assessore comunale di Argenta Delia Forte.
Sgarbi si è intrattenuto a lungo con il sindaco di Polesella Leonardo Raito che l’ha accolto a nome della comunità, dimostrando forte sintonia sui temi della cultura e manifestando apprezzamento per il lavoro svolto dall’Amministrazione.
“Le ville sono un tesoro di cultura, di arte e di passioni – ha esordito Sgarbi – che fin da ragazzo mi hanno affascinato e incuriosito e che grazie all’intervento di persone appassionate e disposte a investire, sono state salvate e restituite, come inestimabile patrimonio alle comunità.
Questi interventi privati hanno consentito, in molti casi, di risparmiare questi tesori dagli scempi che hanno caratterizzato molti monumenti e molte opere in Italia. Io ricordo benissimo che da giovane, con la macchina che mi avevano acquistato i miei genitori, spesso attraversavo il Po sul bellissimo ponte di chiatte e venivo a vedere questa villa, che poi, quando ho avuto la possibilità di visitare all’interno, anche se era in condizioni decisamente peggiori, mi ha rivelato dei tratti unici e ricchi di bellezza”.
Sgarbi ha poi ricordato la conoscenza con Zerbinati, farcendola di affascinanti richiami artistici al mondo del restauro, al mercato dell’arte, al rapporto tra arte moderna e contemporanea e ha chiuso il suo intervento con una simpatica barzelletta, con cui ha definito il suo rapporto con il mecenate polesano.
“Ci conosciamo da tanti anni – ha detto il critico d’arte – ci osserviamo, ci guardiamo, anche senza parlare, ma alla fine io non ho ancora capito chi sia Zerbinati”.
Al termine Sgarbi ha espresso il suo apprezzamento per tutto quello che circonda Villa Morosini e si è promesso di ritornare presto.
(d.m.b.)
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