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BERRA – CON LA PANDEMIA IN RECESSIONE I TEATRI HANNO RIPRESO LE LORO ATTIVITA’ – TRA QUESTI NON C’E’ IL TEATRO TUMIATI CHE RIMANE TUTTORA INSPIEGABILMENTE CHIUSO – QUAL E’ IL MOTIVO?

Berra – Mentre negli altri teatri i gestori presentano i loro programmi per l’autunno e l’inverno, ed alcuni hanno già iniziato con il programma, il teatro comunale di Berra rimane ancora al palo. Una situazione strana, che impone allo stabile di via Garibaldi la chiusura forzata da circa 5 anni, per mancanza dell’autorizzazione di agibilità da parte della Commissione Provinciale sui Locali di Pubblico Spettacolo e così facendo il teatro “Orestino Tumiati” rischia di peggiorare le sue condizioni.

Un abbandono inspiegabile visto che le risorse economiche non mancano per poter portare a termine i lavori necessari e soprattutto perché con il ritorno alla normalità, dopo il lungo periodo di restrizioni dovuti alla pandemia, troverebbe sicuramente una collocazione e utilizzo, come stanno facendo tutti gli altri teatri.

Trasformato in Teatro “polivalente”, consacrazione confermata con i lavori di ristrutturazione (costo complessivo 342mila euro, con il 70% arrivato da vari contributi), il teatro nasce come sala cinematografica. La crisi del settore costrinse il proprietario Fusetti a chiuderlo. L’acquisto da parte dell’amministrazione comunale fu immediata, per non veder chiudere definitivamente questo prezioso contenitore: cinema, ballo, congressi, feste di ogni genere, assemblee ed altro.

Insomma, come si dice, “un bene prezioso”. Qui non c’era una vera e propria programmazione teatrale, però l’associazione Cultura e Spettacolo Berrese, che lo aveva in gestione con una convenzione, qualche spettacolo, commedia, l’organizzava; ma il teatro  fungeva anche da contenitore per iniziative pubbliche di largo interesse. Ed ora poteva essere il momento del rilancio, della ripartenza, come si dice di sovente in questo periodo, ed invece nulla di tutto questo.

Il perdurare della sua chiusura preoccupa un po’ tutti, per svariati motivi: per gli investimenti fatti, che altrimenti andranno persi, ma soprattutto per la mancanza di un luogo adatto ad accogliere tanta gente. L’assenza dell’agibilità permanente sta nella mancanza dell’autorizzazione da parte della Commissione preposta, che si avvale di numerosi esperti di diversi settori. Bisogna effettuare tutti i lavori di messa a norma. Bisogna sistemare la balaustra del loggione perché è troppo bassa secondo gli standard di legge.

E poi c’è l’insonorizzazione: chi sta fuori dal locale non deve sentire il frastuono che si fa all’interno durante le manifestazioni. Non ultimo e visto che di tempo ne è passato la rivalutazione complessiva, secondo le nuove norme in vigore. E poi interpellare la Commissione. In passato tutto questo non è mai stato fatto per mancanza di denaro. 

Ora il denaro c’è: cosa manca?

(re.bus)

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