Berra – Tutta Berra, ma non solo, si è stretta giovedì pomeriggio attorno ai famigliari per dare l’ultimo saluto ad Andrea Rosa, scomparso all’età di 83 anni.
Papà modello, uomo gentile, corretto, mai uno sgarbo e senza pretese, lascia un buco incolmabile, non solo nella sua famiglia ma nell’intera comunità. Muratore prima e bidello poi ha vissuto gran parte della sua vita dedicando il suo tempo libero al calcio, con un occhio particolare ai giovani, crescendo generazioni di ragazzini.
“Loro ascoltano, imparano subito, obbediscono – diceva sempre Andrea – i grandi no”.
La sua missione, perché di questo si è trattato, era quella di formare giovani e adolescenti non solo dal punto di vista calcistico ma anche umano. Ci ha lasciati lunedì sera, nel suo letto d’ospedale, dove era ricoverato da qualche giorno per le sue precarie condizioni di salute. Un dispiacere immenso per tutti. Una vita trascorsa in mezzo alle sue donne, la moglie Cisa e le tre figlie: Rita, Anna, Francesca. Si è consumato come una candela e si è spento come un cerino. E giovedì pomeriggio erano in molti a ringraziarlo e a salutarlo per tutto quello che ha fatto e dato, compreso i giovani della squadra del Berra che allenò negli anni “80, tutti con la miglia rosso/blu.
“Grazie Mister, per averci insegnato il calcio e la vita”. E una lunga carrellata di aneddoti è stata letta dal portavoce della squadra. Mentre con voce composta ed emozionata la figlia Anna ha ricordato il papà/allenatore. “Ero piccola e un po’ gelosa, perché ci sottraeva un po’ di tempo, ma al tempo stesso riconoscevo la sua volontà e passione”.
Al termine il corteo per il cimitero locale e l’ultimo saluto prima della tumulazione.
(d.m.b.)
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