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RO – ALCUNI CHILI DI PANE RINVENUTI GETTATI A BORDO STRADA DESTANO QUALCHE PREOCCUPAZIONE PER UN GESTO MORALMENTE DISPREZZABILE – CHI SARA’ STATO?

AGGIORNAMENTO

Ro – Alcuni chilogrammi di pane abbandonati, meglio buttati, a bordo della strada sono stati segnalati mercoledì 14 giugno mattina in via Pioppa a Ro, poco fuori l’abitato in direzione di Guarda. Maggiormente copie ferraresi e panini, ma anche pagnotte e panini integrali.

Tutto lascia pensare ad “avanzi” da ristorante o comunque smaltimento che non ha trovato la giusta collocazione. Alcuni incellofanati a marca di un noto supermercato locale, sicuramente non coinvolto nel brutto gesto.

Si evince anche la data di scadenza: 9 giugno. Questo però non giustifica il fatto di buttarli via a disprezzo di chi di quel pane ne potrebbe fare buon uso. Dopo qualche ora dall’evento il pane non c’era più e quindi qualcuno se l’è appropriato, si spera per una giusta causa: difficile pensare ad altro motivo.

Le critiche non mancano, anche pesanti, nei confronti di chi ha compiuto questo brutto gesto, apparentemente senza senso. È comunque intenzione di qualcuno fare una indagine per capire cosa sia realmente accaduto. Vi terremo informati.

(red)

AGGIORNAMENTO PANE RIFIUTATO – 15.6.23

Come da impegno preso Serena Occhi ed io siamo venute a capo della vicenda. Chiarificatrice e risolutrice una telefonata avuta con Paolo Menoncin titolare dell’ omonimo forno artigianale il quale mi ha precisato che i supermercati non smaltiscono direttamente  il pane avanzato perché per le quantità da gestire per loro sarebbe antieconomico ma lo conferiscono ai forni che si impegnano ad eliminare il proprio ed il loro (che non può essere riutilizzato per motivi di tracciabilità) attraverso aziende che forniscono agli impianti di biomasse.

Si tratta di esempio di economia circolare. Ma veniamo ora ai protagonisti del nostro caso. Aliper che si è rivelato completamente estraneo alla vicenda smaltisce attraverso il Forno Paolo Menoncin che mi assicura di collaborare con questa azienda nel pieno del rispetto della collaborazione e della sicurezza reciproci (nessun fornitore viene sfruttato o maltrattato dalle grandi strutture di vendita) che a sua volta si rivolge ad un trasportatore per la consegna  all’impianto di recupero.

E quindi mi chiederete come ci sono finite nel fosso 2 ceste di pane? È presto detto. Un dipendente di Menoncin mosso da un sentimento di carità ha donato queste due ceste ad uno straniero di Riva del Po che lo ha ricompensato con questo gesto di spregio.

L’ingenuità di aver lasciato le etichette e di aver forzato il protocollo ma il fine pareva nobile. E lo era peccato fosse rivolto alla persona sbagliata. Qui si apre un altro argomento delicato che è quello dell’integrazione e dell’accoglienza. Ma questa è tutta altra storia. 

La vicenda mi ha permesso 1 – di conoscere e di consolidare una bella realtà artigianale che è fatta soprattutto di persone e professionisti seri e preparati 2- di avere la prova provata che la tv non sempre offre verità e corretta informazione. Ringrazio Paolo per il tempo che mi ha dedicato e per gli spunti che mi ha regalato.

Daniela Simoni

DALLA BACHECA FACEBOOK DI DANIELA SIMONI 

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