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SERRAVALLE – NON ARRIVA ACQUA DAL PO E LA “BUSA DI SALMI” E’ IN SECCA – FORTE RISCHIO ECO AMBIENTALE – IL COMUNE, ALLERTATO, NON PUO’ INTERVENIRE: E’ UN’AREA PRIVATA – L’ASSESSORE POZZATI HA GIA’ INVIATO UNA RELAZIONE AGLI ORGANI COMPETENTI – SPERIAMO BENE…

Serravalle – “La ”busa di Salmi”, quella a fianco della porta del delta, è praticamente in secca: i pesci muoiono, le tartarughe d’acqua soffrono e persino i grandi volatili, sempre presenti, non si vedono più. Il problema non è la mancanza d’acqua del Po, ma il canalino che collega il fiume alla buca, pieno di terra e detriti, che impedisce il paesaggio dell’acqua. Abbiamo solo quella buca, se si secca diventerà tutta foresta”.

Una segnalazione che arriva da Marco, preoccupato della situazione, all’apparenza facilmente risolvibile. Si tratta dell’invaso artificiale che si trova nella golena del Po a Serravalle, tra la discesa che porta alla porta del delta e quello che porta alla vecchia fornace.

Fu costruito all’inizio del 20esimo secolo per alimentare la fornace e dopo la chiusura della fornace l’invaso è rimasto uguale, diventando di fatto una piccola oasi naturale. Fino agli anni settanta era frequentato dai giovani del luogo come una piscina naturale, meno insidioso del vicino Po, permetteva di tuffarsi dentro senza troppa paura della profondità. Insomma, uno stagno d’acqua, poco più grande di un campo da calcio, per sguazzarci dentro.

E poi la pesca, quando non c’erano i ragazzini che ci nuotavano, dove si pescava di tutto ma a “sguciarinar” era la pesca preferita: i più bravi portavano a casa dei branzini eccezionali.

Poi i tempi cambiarono e la “busa di Salmi” divenne, come oggi, luogo di accoglienza per piante e animali. Alimentato dalle piene del Po che ne permettono l’entrata dell’acqua, con ricambi stagionali ed ossigenazione per la numerosa Flora e Fauna che si sono create con il tempo, nel 2022 gli toccò la stessa sorte della secca, ma fu la siccità a colpire. Ora, i numerosi pesci di varie specie, stimati nella quantità di circa 8/10 quintali, rischiano la morte certa, come pure la Flora, se non si prendono provvedimenti.

E la situazione non appare di facile ed immediata soluzione, come spiega l’assessore comunale Marco Pozzati. “L’invaso è privato e quindi l’intervento spetta a lui. In realtà il privato è una agenzia immobiliare che da anni ha la proprietà di tutta l’area ex fornace. Come comune non possiamo decidere di intervenire direttamente ed in maniera autonoma. Per poterlo fare abbiamo bisogno della “giustificazione”. Cioè, per competenza, ci devono attestare che la situazione si sta evolvendo verso un possibile danno ambientale dove può essere a rischio anche la salute pubblica (plausibile in questa situazione…) A questo punto può essere emessa ordinanza verso la proprietà e come ultima possibilità, l’intervento pubblico.

Detto ciò in questi giorni ho preparato una relazione che è già stata inviata a firma mia e del Sindaco sia all’ufficio ambiente di Arpa che all’Asl perché si pronuncino per competenza sullo stato dell’invaso”.

(dmb)

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