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SERRAVALLE – E’ MORTO MILLER BEPPINO GALLI – AMICO DI TUTTI E SEMPRE PRONTO A DARE UNA MANO – Il ricordo di Leonardo Peverati

DEDICATO A UN AMICO
di Leonardo Peverati

Sono le otto del 4 dicembre quando accendo il cellulare e leggo un messaggio che non avrei aver letto mai: “Ciao Leo il mio papà ieri sera ci ha lasciato”.
Sì, ci ha lasciato Beppino Galli, da tutti conosciuto come Miller, o Milér nella forma più serravallese possibile.

Lo conoscevo da sempre, anche se le nostre vite non si erano incrociate mai: la differenza d’età non me lo fa annoverare fra gli amici di gioventù. Lui era di dieci anni più grande.
Ho conosciuto lui e la sua famiglia ancora quando negli anni ’70 abitavano nelle “case lunghe”, vicini di casa di mio zio Roberto.

Fisico forte, carattere di quelli che avevano dovuto forgiarsi negli anni del dopo guerra quando, da queste parti, tanti ragazzini “dovevano” imparare a lavorare in giovane età.
..E a lui il lavoro non ha mai fatto paura: ha lavorato in campagna, come più o meno tutti nelle nostre zone, è stato dipendente della nostra ultima Fornace di proprietà della famiglia Colombi. Prima della pensione ha fatto il muratore e mi diceva anche in cantieri molto lontani dal paese.

Come non ricordarlo insieme alla moglie Maria impegnato continuamente a dare una mano alla figlia e al genero quando gestivano il Bar Centrale, per meglio dire “Da Beto”?
Con i giovani era come un giovane fra di loro: la confidenza che avevano con lui era proverbiale. La risata generale scattava quando, nel richiamare qualcuno dei più vivaci, usava la sua fatidica parola: “A.. a tié n’endge”.

Ma come e dove io l’ho veramente conosciuto e apprezzato è stato nel volontariato.
Se fare il volontario significa avere “volontà di fare”, beh era imbattibile.
Faceva già parte della locale Società Sportiva, quando lo arruolammo anche nell’Ente Palio. Credo che la prima volta sia stato per una Cena Medievale, quella del 2011. Anche qui il rapporto con i giovani era da parte sua speciale e in quel periodo mettemmo in cantiere dieci anni di attività eccezionali, per quantità e qualità di eventi: dalle anifestazioni del Palio, alle Cene Medievali, alle varie stagioni dell’Ottobre Culturale”.

Indimenticabili gli stand delle piadine e l’organizzazione delle cene per le quali era complicato seguirlo senza affaticarsi: non c’erano orari che lo spaventavano, non c’erano temperature, talvolta torride nelle nostre estati di giugno e luglio, che lo fermavano. Quando arrivavano gli operai del Comune, a consegnare tavoli e attrezzature, cercavano lui: lo chiamavano il “Capo Piazza”.

Finita la stagione estiva del Palio cominciava quella dell’OTTOBRE CULTURALE al quale lui teneva molto: la raccolta e la classificazione delle foto vecchie e le mostre, le ricerche storiche sul nostro paese, una su tutte quella del 2015 sui caduti di Serravalle nella prima guerra mondiale.

In questi anni ho imparato molto di lui, un amico sincero con un cuore grande: non era schivo, parlava del suo passato, della sua famiglia sempre in maniera positiva. Fa parte di quelle persone che nelle mille difficoltà di un’esistenza non sempre facile, non si lamentava più di tanto. Era più sul guardare al presente, con l’orgoglio di aver dato alla sua famiglia, alla moglie e alla figlia, tutto quello che ha potuto.

Ma di lui non posso scordare il suo sciogliersi come la neve al sole di quando parlava della “sua Alessia”, la nipote. Il suo vanto, la sua prediletta! Non doveva andare così, avremmo potuto ancora raccontarcela, per strada e davanti al bar ma la sfortuna, questa sì grande, non te l’ha e non ce l’ha permesso. Fai buon viaggio caro amico mio e che la terra ti sia lieve……

Serravalle, 5 dicembre 2023

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