Serravalle – “Questa è una sanità da terzo mondo, siamo allo sfascio”. Non ci sta Stefano Bigoni, non riesce a digerire questa situazione di Guardia Medica irraggiungibile. Una pubblica denuncia, “perché è ora che qualcuno si faccia sentire”.
La protesta di Bigoni fa seguito alle numerose altre proteste e lamentele che in questi giorni i cittadini di Serravalle e Berra rivolgono al servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica). Se prima dell’entrata in funzione – ore 20 del 16 ottobre – del nuovo numero unico della continuità assistenziale per tutta la provincia, 800087601, un numero verde gratuito (mentre i numeri di prima avevano lo scatto alla risposta), le cose non andavano tanto bene, ora sono numerose le segnalazioni di un servizio notevolmente peggiorato.
Dopo la pubblica denuncia fatta da una signora residente nel comune di Riva del Po, che è rimasta al telefono per 4 ore e 44 minuti senza ricevere risposta (alla quale l’asl ha risposto: vedi articolo precedente), la platea delle proteste si allarga. A farsi portavoce è proprio Bigoni. “È una cosa vergognosa – rincara Bigoni – Attendere delle ore al telefono con la guardia medica senza ricevere una risposta è roba da terzo mondo. Siamo abbandonati e noi stessi. Cittadini che nei giorni festivi e prefestivi hanno bisogno del medico, completamente abbandonati. È ora che le istituzioni si facciano sentire”.
Bigoni ha le idee chiare, sul da farsi. “Basta nascondersi dietro un “non posso farci nulla, è l’asl che decide”. Sono parole che non hanno senso, non trovano più riscontro. Fino a prova contraria il sindaco fa parte della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (Insediatasi nel 1999 e composta da tutti i sindaci dei Comuni della provincia: è l’organismo attraverso il quale gli Enti Locali, a livello provinciale, esercitano la funzione di indirizzo e di programmazione generale in ambito sanitario e socio-sanitario), è il responsabile della salute dei cittadini, è il portavoce dei cittadini, e come tale deve far sentire la propria voce, farsi garante dei problemi dei cittadini. Se non è in grado di esercitare queste funzioni è meglio che si tolga di mezzo”.
Sembra chiara la posizione di Bigoni nei confronti del primo cittadino, ritenuto incapace di smuovere i bottoni giusti e far sentire la voce del popolo. “Mettere mano a questo sistema di guardia medica sarà una delle priorità di chi vincerà le prossime elezioni. Non possiamo vivere in questa incertezza. Abbiamo una popolazione anziana dove queste problematiche si moltiplicano”.
“E poi non lamentiamoci – conclude Bigoni – se ci sono chiamate eccessive al 118 e pronto soccorso intasato per interventi risolvibili sul territorio quando poi il servizio sul territorio è molto deficitario o addirittura assente, come in questo caso”.
Riemerge anche il problema del “numero unico” provinciale. Alcuni cittadini affermano che dopo aver fatto il vecchio numero dedicato, quello che era riservato al solo comune, pur avendo atteso circa mezz’ora, hanno ricevuto risposta. Sono molti i cittadini che, in caso di bisogno, consigliano di fare quel numero. Forse sarà attivo solo in questa fase di passaggio ma sta di fatto che almeno li una risposta arriva. Non ultimo, alcuni cittadini affermano che, non avendo ricevuto risposta telefonica, si sono recati direttamente dalla guardia medica ma non sono stati accolti.
(dmb)
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