sabato, Settembre 7, 2024
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INTERVISTA A DANIELA SIMONI – QUALE POSSIBILE FUTURO PER RIVA DEL PO – Di Leonardo Peverati

Per i pochi che non la conoscessero, lei è Consigliere Comunale del nostro Comune in rappresentanza della Lista Civica “Gente di Riva del Po”, all’opposizione.
È la seconda volta che per “Serravalle Web” la incontro per trattare dei temi più stringenti del nostro territorio. Siamo nell’ultimo scorcio di legislatura, il prossimo anno a giugno si rinnova Sindaco e Consiglio Comunale e parlare di questi temi significa tracciare buona parte delle linee programmatiche per i prossimi cinque anni…

Daniela, allora l’impegno politico amministrativo continua…
Si Leonardo. La lista civica che ad oggi ancora rappresento in Consiglio comunale e sul territorio “Gente di Riva del Po” si presenterà alle prossime amministrative targate giugno 2024. Credo di poter dire che per il lavoro svolto e l’impegno profuso per la comunità questo gruppo meriti continuità.

  • Bene, tralasciamo la normale e ordinaria amministrazione, entriamo un po’ più nel concreto di alcune cose che interessano i cittadini da vicino e che non sempre sono oggetto di interventi particolari.
    Si sente il bisogno anche da noi di “
    SICUREZZA”, non ti sembra?

Mi sembra eccome, tanto che considero la sicurezza del territorio una vera e propria emergenza per la comunità di Riva del Po. E per un motivo principale; il paese ha per sua propria definizione una caratteristica peculiare che lo distingue nettamente dalla città: in paese la vita è tranquilla, lontano dalla confusione, dal traffico, dalla frenesia, ci si conosce tutti e si vive in armonia. Se questo principio vacilla a noi che viviamo in paese viene proprio a mancare tutto. E purtroppo, soprattutto negli ultimi anni, la tranquillità ha lasciato sempre più spazio alla paura: di andare a portare fuori il cane, di fare un giro al parchetto, di prelevare al bancomat, di andare a prendersi le sigarette. Di sera ma anche di giorno, da soli ma anche in compagnia: ormai ci guardiamo alle spalle, ci sentiamo minacciati. E questo non va bene. Da considerare poi che l’abbandono, lo stato di degrado, la mancanza di decoro e di manutenzione dei paesi diventano terreno fertile per l’insediamento della micro/macro criminalità. Quindi non si può pensare di risolvere tutto con la videosorveglianza che di certo diventa un efficace deterrente, ma se consideriamo la conformazione del nostro Comune che si sviluppa lungo l’asse fluviale con circa 50 km di aree arginali e che è caratterizzato da aperta campagna e da case isolate e chiaro che questo sistema di sicurezza non può dare garanzia assoluta. Per la promozione della sicurezza urbana partirei innanzitutto da un’attenta e scrupolosa analisi del territorio, delle 8 località che compongono il nostro Comune, con specifico riguardo alle condizioni sociali e territoriali, al numero ed al tipo di reati commessi ed alla risposta data dalle istituzioni preposte. Fatta la fotografia, occorre immediatamente recuperare in primis le aree maggiormente a rischio con una riqualificazione seria del contesto e con la presenza e partecipazione attiva di tutti i portatori d’interesse.

  • Ti dico la verità, non sono pochi i cittadini che vorrebbero più garanzie da parte delle forze dell’ordine, più controlli, più presenza….

Convengo. Diventano fondamentali il controllo pressante da parte delle forze dell’ordine, oserei dire “meno velox e più controlli” ed il monitoraggio assiduo delle zone con maggior criticità anche per scongiurare abusivismo ed attività irregolari. Infine utilizzo di ronde cittadine così come previsto dalla legge 15 luglio 2009, n. 94 e che ha individuato presso ciascuna Prefettura l’istituzione di un elenco provinciale di tali associazioni, elenco che viene posto a disposizione dei sindaci che vogliano avvalersi della loro collaborazione. Deve passare chiaro e forte il messaggio che a Riva del Po ci siamo organizzati e che l’attenzione è alta perché vogliamo vivere tranquilli e nel rispetto delle regole.

Infine importante allora per me diventa elaborare un vero e proprio progetto sulla sicurezza che potrebbe intitolarsi “controlliamo insieme il paese” ed essere incentrato sulla fattiva e puntuale collaborazione tra cittadini, Amministrazione Comunale, Polizia Municipale e FF.OO: sono infatti diverse centinaia i comuni italiani che hanno adottato questo tipo di progetto ovvero il controllo dell’ambiente più prossimo al luogo di residenza da parte del vicinato che è uno strumento di prevenzione della criminalità e degli atti devianti, che presuppone la partecipazione dei cittadini residenti in una determinata zona e la collaborazione di questi ultimi con gli organi deputati al controllo del territorio. Imprescindibile però è che la conseguente risposta delle istituzioni debba essere celere e certa e che ognuno ancora una volta faccia la sua parte.

  • La nostra è una popolazione mediamente parecchio anziana e la “SANITA’” io credo debba essere un tema centrale. In oltre 50 Km di territorio ad oggi abbiamo ad esempio una sola medicina di gruppo. In pratica quella dell’ex Comune di Berra è saltata: da quattro medici sono rimasti in due.


Anche il tema della sanità e della tutela della salute pubblica deve essere centrale per un’attenta amministrazione che ha a cuore il benessere della propria collettività. A Riva del Po in questi anni abbiamo assistito ad una modifica radicale dell’assetto della medicina di base e dei servizi di prossimità, studiata a tavolino dalla Regione (competente in materia), dall’azienda sanitaria locale (che cerca di far quadrare i conti piuttosto che dare risposte ai propri assistiti) e da sindaci consenzienti (tipo quello di Riva del Po), ad onor del vero anche quelli contrari hanno dovuto cedere. E d’altra parte la realtà locale non può che subire i tagli di risorse pensati ed imposti a livello (sovraordinato) superiore. Di questi giorni anche la delicata questione del numero unico per il servizio di Guardia Medica che invece di razionalizzare ha impantanato il medesimo. Allo stato attuale le problematiche sanitarie vengono dirottate soprattutto ai CAU (di Copparo per quel che ci attiene), Centri Assistenza e Urgenza ovvero strutture che offrono supporto per problemi di salute urgenti ma non gravi, mentre il medico di base diventa sempre più figura residuale con un carico di pazienti ormai difficile da gestire. Per far fronte occorre a questo punto creare collegamenti fisici ed informatici con le strutture sanitarie e di comunità (Casa della Salute, Enti assistenziali ecc.) in modo tale da colmare almeno le distanze e le percorrenze nella volontà di aiutare soprattutto gli anziani soli ed in difficoltà. Un’alternativa può essere rappresentata dalla cd. “farmacia dei servizi”: il farmacista non dispensa più solamente i farmaci ma svolge attività di educazione, di prevenzione e di monitoraggio attraverso le prestazioni in telemedicina. A mio avviso ancora perseguibile una progettualità intesa alla riformulazione della Medicina di Gruppo intesa come insieme di medici specialisti con prestazioni sanitarie a carico del servizio pubblico.

  • Daniela, io le chiamo “Attività Produttive”. Artigianato Industria Commercio e Agricoltura. Da tempo in queste zone non si parla di incentivi o contributi. Solo qualche agevolazione per il COVID, penso all’occupazione del suolo pubblico per i bar e ristoranti. Non sarebbe ora di pensare a qualcosa in più e di diverso?

Certo. Anche il tessuto economico locale sta attendendo azioni concrete a sostegno dello sviluppo imprenditoriale. Il nostro Comune vanta a tutt’oggi, nonostante le difficoltà e la crisi profonda che sono derivate dalla tremenda pandemia, dalle guerre in corso, dal rincaro dei prezzi e delle materie prime, tutte le categorie di imprenditori che hai elencato anche se la natura del nostro territorio è spiccatamente agricola non mancano piccole e medie industrie, attività commerciali di vicinato e piccole strutture di vendita, artigiani qualificati ed eccellenze del territorio a livello anche nazionale. Un patrimonio che va di certo salvaguardato ed il più possibile incrementato. Occorre però non dimenticare che è completamente cambiato il nostro modo di comprare prodotti: complice la pandemia e non solo, negli ultimi anni si è preferito acquistare sempre più on line a discapito degli esercizi di vicinato e dell’artigianato che pagano pure la scarsa concorrenzialità in materia di prezzi e di offerte rispetto alle grandi distribuzioni. Si veda anche l’esaurimento dei mercati locali ridotti ai nostri tempi ad una bancarella o poco più. Invertire questa tendenza è un’altra delle priorità urgenti. Che va ancora una volta di pari passo con la necessità di riqualificare i centri urbani, di fornire servizi ed opportunità perché le attività si collocano soprattutto nei territori che sono appetibili agli insediamenti umani. Poi penso a sgravi di imposta per le nuove aperture, all’implementazione di un ufficio comunale per la divulgazione di informazioni relative a bandi e contributi regionali ed europei a vantaggio delle imprese (Informa Imprese) e supporto nella compilazione dei moduli di adesione ai medesimi, all’istituzione di un tavolo della consulta comunale delle imprese per il continuo monitoraggio e confronto tra istituzioni associazioni di categoria e imprenditori, alla creazione di un centro di formazione professionale per la preparazione di competenze specializzate da destinare alle aziende del territorio comunale ma anche a quelle dei comuni contermini.

  • Giovani e Scuola”: un tema imprescindibile per il futuro dei Comuni, anche dei nostri piccoli Comuni.

“EDUCA I BAMBINI E NON SARA’ NECESSARIO PUNIRE GLI ADULTI”
Così si esprimeva Pitagora. Questo è un concetto che da sempre sposo pienamente. L’adulto ed il cittadino che verrà si formano con il combinato disposto famiglia (educazione)-scuola (formazione). Pertanto il supporto alla famiglia e l’offerta formativa ad integrazione di quella ministeriale diversificata e completa (proposte di indirizzo scolastico e progetti extra curricolari musicali, teatrali, scientifici, sportivi ecc. e di conoscenza della storia locale) diventano gli strumenti imprescindibili nella crescita e nello sviluppo dei bambini. Potenziare i servizi (mensa, trasporti, attività extrascolastiche, pre e post scuola con previsione di costi ridotti/gratuità) e le strutture (manutenzione ordinaria e straordinaria di plessi e palestre già esistenti) ed organizzare campi ricreativi estivi per tutto il periodo di chiusura della scuola (progetto Scuole Aperte) per lo svolgimento dei compiti e per attività ludico-ricreative e di socialità partecipata, corsi di educazione civica e di affettività. Organizzazione viaggi di istruzione e visite guidate sul territorio per consolidare il senso di appartenenza. Istituire il Consiglio dei Ragazzi e delle Ragazze al fine di renderli protagonisti attivi della vita amministrativa del comune. Razionalizzazione dei plessi scolastici comunali (per es. recupero scuole di Serravalle) ed infine realizzazione palestra a Ro e ripristino di quelle esistenti a Berra e Cologna.

  • In questo contesto, si potrebbe pensare ad eventuali collaborazioni con il volontariato e le Parrocchie?
    Il Volontariato e le Parrocchie rappresentano senza dubbio un altro punto di forza, un valore aggiunto. Da li passa e si esprime la comunità, tramite l’organizzazione da una parte e la partecipazione dall’altra. La collaborazione è dunque imprescindibile.
  • Daniela, restiamo sui giovani: si potrebbe pensare a qualche incentivo/contributo per chi eventualmente volesse venire ad abitare a Riva del Po?

Le giovani coppie magari con figli in età scolare rappresentano il target più appetibile nell’ottica del ripopolamento di zone depresse come la nostra. Ancora una volta non si può prescindere dall’offerta di servizi concorrenziali, da un contesto territoriale decoroso ed a misura di famiglia, da spazi e da iniziative di aggregazione, da strutture sportive. Poi si potrebbe prevedere un contributo una tantum per l’acquisto della prima casa e ad un’aliquota agevolata per i primi due anni di insediamento. Penso anche all’implementazione degli immobili pubblici mediante acquisto e recupero delle case vuote sul territorio comunale e l’assegnazione delle medesime ad un prezzo calmierato (recupero dei borghi).

  • Magari non solo da noi, ma anche da noi la gente sente sempre più l’Amministrazione Pubblica lontana dai propri bisogni. Quasi un corpo estraneo che spesso sembra “stare dall’altra parte” e non a supporto dei cittadini.


Un’altra impellente necessità quella della riorganizzazione del personale e dei pubblici uffici. La fusione dei Comuni di Berra e Ro da una parte ed il conferimento di funzionari all’Unione dei Comuni Terre e Fiumi di con sede a Copparo hanno ingenerato confusione di ruoli e di competenze non solo fra i dipendenti stessi ma e soprattutto tra i cittadini utenti e fruitori dei servizi che da anni ormai non capiscono più chi fa che cosa. E questo crea un rallentamento ed un malcontento che si riflette sulla vita quotidiana e sul disbrigo delle pratiche burocratiche di tutti noi. Serve con urgenza fare chiarezza, incentivare e guidare il riordino ed il conseguente imprescindibile riavvicinamento della macchina amministrativa alla comunità amministrata: da una parte supporto al cittadino ed alle attività del territorio per il disbrigo delle pratiche amministrative e dall’altra personale dipendente ed uffici facilmente raggiungibili e collaborativi. E ancora. Semplificazione delle procedure amministrative nel rispetto della legalità e della trasparenza, sito istituzionale sempre aggiornato, regolamenti comunali aggiornati, snelli ed applicabili, organizzazione di un ufficio per progettazione e partecipazione a bandi (regionali ed europei) e soprattutto il primo cittadino tra le persone e sul territorio. Occorrerà fare una riflessione seria ed approfondita sull’attuale adesione all’Unione dei Comuni: la rata che versa Riva del Po ammonta ad un milione e 400 mila euro e questa enorme cifra deve essere messa in rapporto ai servizi ed alla ricaduta che questa unione ha sul nostro territorio. Forse l’assegnazione di incarichi ci costerebbe meno? La butto lì ma neanche più di tanto.

  • Simoni, in quasi un quarto d’ora non si è mai fatto riferimento all’attuale Amministrazione guidata dal Dott. Zamboni.
    In una frase, quale il suo peggior difetto, la mancanza più evidente?
    Il distacco dalla gente, dai cittadini. La sua continua assenza nella vita di tutti noi. Eclatante soprattutto durante i duri anni del Covid, quando io ho realizzato 17 video informativi a supporto dei cittadini per sopperire a questo silenzio che li è apparso ancora più assordante.


  • Gli AUGURI!!

Mi auguro che nell’ Anno che tra poche ore arriverà ognuno di Noi possa trovare la forza di fare quel “passo” che serve per creare tutti insieme la nostra Comunità di Riva del Po pensando che le differenze possono accrescere e non sempre dividere. Auguro a Tutti un 2024 gli uni per gli altri.

(Leonardo Peverati)

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