Berra – Sabato 16 marzo l’Associazione Cultura e Spettacolo berrese ha messo a segno un altro bell’evento; a testimoniarlo una sala davvero zeppa ad accogliere Stefano Muroni e il suo volume di racconti “Gli ultimi indiani di bonifica”.
La lettura di alcuni passi ha dato il “là” ad una narrazione “fiume” appassionata e appassionante di un uomo che crede in ciò che, sin da bambino, sta facendo e cioè portare avanti i propri sogni. Non è stato sempre facile; ha ricevuto dei no, si è scontrato con diverse porte chiuse, ma ha continuato imperterrito: se si crede in qualcosa non c’è “no” che tenga.
E Stefano, ora, può parlare con soddisfazione di tanti traguardi raggiunti non ultimo quello di “Gherardi villaggio del cinema”. Gherardi, una piccola località dove, da un anno a questa parte, tante persone si recano per ammirare i 12 murales (che saranno arricchiti di altri 9 nel corso del 2024) che rappresentano film in cui “la Bassa” ha un ruolo: o perché l’autore degli effetti speciali era di Vigarano (Carlo Rambaldi col suo ET e con King King) o perché l’ambientazione è stata qui (La donna del Fiume con Sophia Loren che taglia le canne nelle valli di Comacchio) o perché l’argomento trattato si ritrova anche qui da noi (Riso Amaro con le sue risaie e le sue mondine).
L’idea dei murales, innegabilmente buona, ha come risultato che tanta gente, davvero tanta, decide di fare un giretto a Gherardi. Ecco quindi la necessità e il valore di una buona idea, ma, come sostiene Stefano Muroni, l’idea deve essere condivisa dalla comunità, dalle Amministrazioni, dai vari Enti sul territorio altrimenti ha vita breve. Se, invece, si arriva allo step dell’idea condivisa e riconosciuta, ecco che diventa più facile trovare i finanziamenti, trovare Partners che supportino economicamente il progetto.
In conclusione, lavorando, si possono fare tante cose e, soprattutto, vedere un futuro per i nostri territori. In questo “futuro” proiettato in avanti per definizione, è contemplato, però, anche “l’indietro”. Quello che siamo oggi e che possiamo fare domani è fortemente intriso del nostro passato e degli uomini che il nostro passato lo hanno vissuto.
Chi ha calpestato le terre della Bassa ha lasciato un segno importante.
Queste nostre piccole località sono state fatte crescere con le fatiche dei nostri antenati. Questi antenati sono i personaggi dei racconti di Stefano Muroni, sono “gli indiani della Bonifica”, ma questi “indiani” non abitavano solo a Gherardi, ogni località della Bassa ha i propri e ne conserva “le tracce”.
Io, Cristiana, sabato, seduta accanto a Stefano, di fronte alla numerosissima platea, ho guardato bene e in fondo alla sala, dietro a tutti in ultima fila ho visto che c’era il vecchio Iros che faceva giocare i bambini con la lipa, c’era Edpas lo Strillone, c’erano Laures, Emilio e Noradino che conclusero le loro vite trucidati davanti al cimitero. C’era Severino con la sua passione per le tradizioni, Domenico, detto Manghin, l’inventore che voleva andare a Portobello. C’era Labindo rimasto fermo immobile all’incrocio con via Martiri della Libertà, c’era Daniele che portò gli amici in TV a Chissà Chi lo Sa? E c’era la Madonna della Galvana appollaiata sull’albero di sambuco a vegliare su tutti noi.
(cri.se.)
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