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JOLANDA DI SAVOIA – MONS. PEREGO ARCIVESCOVO DI FERRARA HA CELEBRATO LA RESISTENZA, NELLA SUA OMELIA, RICORDANDO L’UCCISIONE DI DON PIETRO RIZZO DA PARTE DI UNA SQUADRA DI REPUBBLICHINI

DON PIETRO RIZZO

Jolanda di Savoia – “C’è una pagina della Resistenza, quella della Resistenza morale e nonviolenta fino al sacrificio della vita, che purtroppo è passata in secondo piano nei libri di storia, ma ha segnato profondamente la vita delle nostre comunità”.

Sono parole di mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, che ha pronunciato nell’omelia della Messa celebrata a Jolanda di Savoia, durante la quale è stato ricordato “un martire” della nostra Resistenza ferrarese”, don Pietro Rizzo. “Un uomo di speranza e un parroco di campagna che ha dato la sua vita per la verità e la libertà – ha detto ancora monsignor Perego – Don Rizzo fu vicino alla gente con coraggio e coerenza, curando l’educazione dei giovani e per questo guardato con sospetto dai fascisti”.

Nelle parole del presule, il ricordo dell’arresto del sacerdote da parte della Guardia repubblicana fascista, perché “considerato un oppositore al fascismo e alla guerra”. Poi, la fucilazione: il 28 marzo 1944, Ernesto Alberghini, Luigi Cavicchini, Arrigo Luppi, Augusto Mazzoni e don Pietro Rizzo, furono barbaramente uccisi dagli uomini della Repubblica Sociale, un eccidio organizzato in tempi rapidi come rappresaglia per la morte per mano dei partigiani di due criminali della seconda compagnia della Guardia Repubblicana Nazionale, la milizia di Salò, accasermata a Portomaggiore e in servizio a Longastrino.

La strage ebbe luogo in località Mesola, sull’argine a ridosso del ponte di barche del Po di Goro, ed è ricordata come l’eccidio della “Macchinina” per la presenza di un’antica macchina idrovora nelle vicinanze del luogo in cui avvenne. “Un prete – ha ricordato l’arcivescovo – un parroco come tanti altri tra il popolo di Dio, cercati e amati, non sempre capiti, talora criticati, ma che sanno essere fedeli alla propria vocazione e dare la vita per il Vangelo di pace e di giustizia, per la verità e la libertà. Senza violenza”.

Quindi, l’esortazione di mons. Perego a “non dimenticare questi nostri sacerdoti, mentre ricordiamo la nostra Liberazione: sono un tesoro di vita e di fede concreta, quotidiana che irrora la nostra Chiesa e la nostra terra, e che ha preparato con il sacrificio della vita il nostro presente di libertà e pace”.

A concelebrare con monsignor Giancarlo Perego molti parroci della diocesi Ferrara-Comacchio. Domenica 5 maggio alle ore 17, presso il monumento ai caduti, in località Macchinina a Gorino, ci sarà il Santo Rosario Meditato.

(LC)

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