domenica, Settembre 8, 2024
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RIVA DEL PO – IL “DILEMMA DEL SECOLO”: MEGLIO LAVORARE DA CASA IN REMOTE WORKING, ANDARE IN UFFICIO O UN FIFTY FIFTY? – LA RISPOSTA, FORSE, NON C’E’… – Di Matteo Maini

Dallo scoppio di quella che fu la pandemia da Covid-19 il mondo del lavoro ha avuto molteplici cambiamenti: prima chi faceva un lavoro di tipo intellettuale e creativo (per citare il saggio Smart Working di Domenico de Masi) lavorava in ufficio, poi tutti a casa durante i vari lockdown ed infine si sono attivate modalità miste.

Chi aveva un lavoro di tipo impiegatizio ha avuto quindi la possibilità di conoscere o approfondire il lavoro da casa, da non confondere con il lavoro agile di cui parleremo in questo testo.

Lavoro agile è una modalità lavorativa che permette al lavoratore o alla lavoratrice di portare avanti la propria professione nei luoghi e nei tempi a lui o lei più congeniali, l’importante è che vengano raggiunti gli obiettivi prefissati dal datore di lavoro o dall’azienda.

Questo non prevede solo un lavoro da remoto ma anche, se necessario, interventi in ufficio per poter vedersi e confrontarsi con colleghi e colleghe e fare il punto della situazione, oppure godere di una postazione comoda con tutti i confort per lavorare correttamente (per questo ci sono anche i Coworking).

Ci sono poi le persone che lavorano full remote, cioè non hanno una sede fisica a cui fare riferimento e possono realmente operare in qualsiasi parte del mondo e, se lavorano viaggiando, vengono definiti anche Nomadi Digitali.

Ecco, il nomadismo digitale rappresenta forse l’ala più estrema del lavoro da remoto e tutto questo difficilmente viene compreso in toto da una società ancora strettamente legata al lavoro tipico d’ufficio, con orari prestabiliti (il classico 9-17) e luoghi fissi.

Fatta questa premessa, mi sono chiesto: è possibile coniugare il mio lavoro da remoto, quindi full remote, (anche se non sono un nomade digitale al 100%) con il mio paese che si basa ancora molto sulle tradizioni?

Spoiler: ci sto provando!

Da circa un mese mi prendo un momento libero, mattina o pomeriggio, per recarmi nelle attività di Riva del Po e capire se questo binomio sia fattibile.

Al momento sono stato in 3 locali situate a Ro, Zocca e Guarda di Riva del Po e non intendo smettere.

Le modalità sono: entro al bar, prendo da bere e mangiare (ci mancherebbe che vada a sbafo!) e chiedo se posso mettermi al tavolo a lavorare per un’oretta.

Al momento nessuna delle bariste presenti mi ha dato risposta negativa, anzi mi è stato sempre detto di sì con un certo entusiasmo.

Una volta seduto accendo il mio Mac e inizio a lavorare (creo e gestisco siti web e pagine Instagram) proprio come se fossi in un Coworking, nel mio studio o in ufficio.

In base al tipo di lavoro che devo svolgere posso decidere se usare le cuffie e mettere la musica per avere il massimo della concentrazione oppure rimanere senza auricolari e ascoltare le voci e suoni esterni.

Finito il mio periodo di lavoro, sistemo la mia attrezzatura nello zaino, pago ed esco; devo dire che, in queste occasioni, sono sempre stato molto contento di quanto fatto.

Detto questo, già mi vedo fare la domanda tipica: perché lo fai?

La mia risposta è più semplice di quanto si possa immaginare: mi sto impegnando duramente per permettermi di continuare a lavorare dove voglio e quando voglio, mi diverto e amo la mia professione quindi sì, posso farlo; oltre a questo, per me significa godere, seppur in maniera diversa dal solito, il paese dove vivo.

Senza avere una cadenza specifica continuerò a cercare luoghi in cui poter lavorare all’interno di Riva del Po e, quando saranno finiti, ripercorrerò le stesse strade già calpestate oppure andrò oltre il mio paese.

Tutto questo procedimento mi piace anche identificarlo con il nome “percorso di paese”: un percorso semplice, che non ha nulla di straordinario ma che mi permette appunto di vivere Riva del Po a tappe, con calma.

Nella mia pagina Facebook indicherò in quali posti mi metterò a lavorare e se ci sarà qualcuno a farmi compagnia, ben venga!

(M.M.)
https://www.facebook.com/ilblogdelnagi/

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