Berra – “Armati” di cesoie mercoledì mattina, 24 luglio, sono entrati nella proprietà privata per verificare la situazione, da tempo riconosciuta grave e nociva per la salute umana. Nulla di illegale ma solamente un sopralluogo effettuato nell’abitazione di via Albersano a Berra, dove da anni si riscontra una situazione di pericolo, anche ambientale. I tecnici di una ditta specializzata in smaltimento rifiuti, accompagnati dagli agenti della polizia locale dell’unione Terre e Fiumi, sono entrati per verificare quale sia la situazione e i materiali da smaltire, con tutta probabilità anche roba nociva, quale eternit.
Da tempo questa casa è segnalata dai dirimpettai per il perdurare di un degrado igienico ambientale, tanto che nei giorni scorsi il sindaco Daniela Simoni ha emesso una ordinanza nei confronti dei proprietari o ex proprietari Berisa Ekrem e Berisa Pasinka, per lo sgombero immediato dell’area; sfalcio della folta ed alta vegetazione infestante e il successivo smaltimento da eseguire a norma di Legge dei rifiuti irregolarmente accatastati sono le cose da fare con urgenza. L’abbandono ha generato una situazione di incuria delle aree che si protende anche oltre il proprio confine di proprietà e che le lungaggini della mancanza di manutenzione (dal 2014) ad oggi, hanno generato una situazione in un vero e proprio pericolo sanitario, benché di natura locale, per i residenti adiacenti all’immobile.
Prima dell’ordinanza, e con ogni probabilità lo ha confermato il sopralluogo di mercoledì, è stato scoperto che sotto la fitta vegetazione pullulano i rifiuti di varia natura, anche speciali e pericolosi, tra cui appunto lastre di Cemento-Amianto (anche sbriciolato), elettrodomestici di grandi dimensioni (frigorifero), rimasugli di demolizioni edili (tra cui anche guaina bituminosa), pneumatici, nonché automezzi e motocicli abbandonati. Insomma, una discarica a cielo aperto che, esposti agli agenti atmosferici da almeno 10 anni, stanno subendo un repentino degrado e, vista la natura degli stessi, non è da escludere che ciò comporti infiltrazioni nel terreno di miscele liquide inquinanti, nonché esalazioni di miscele gassose inquinanti.
Come non bastasse, l’incuria totale e generalizzata dell’area facilita la proliferazione di animali pericolosi per la salute pubblica ed in particolare topi, rettili, zanzare oltre che di insetti nocivi o fastidiosi: le abitazioni adiacenti hanno finestre, porte e pertinenze direttamente prospicenti sull’area. “Tra i tanti problemi e le necessità esposti dai cittadini in questi primi giorni di mandato – commenta il sindaco Daniela Simoni – ho ricevuto anche quello della difficile situazione dei confinanti del sito abbandonato che attendono da tempo immemore la bonifica ed il ripristino del medesimo. E perché? Perché gli amministratori che mi hanno preceduta non si sono presi la responsabilità di firmare l’ordinanza contingibile ed urgente che obbliga i proprietari alla pulizia ed al recupero. Se questi – i proprietari – non provvederanno (purtroppo molto probabile) sarà l’Ente comune che interverrà con addebito dei costi.
Fin troppo facile prevedere che il denaro pubblico dovrà sanare questa incuria che tra l’altro non rappresenta un caso isolato, ma la sanità la sicurezza ed il decoro pubblici impongono questo intervento”. Una intuizione che già ha iniziato il suo percorso.
(dmb)
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