lunedì, Settembre 16, 2024
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BERRA – MI HANNO CHIESTO DI SCRIVERE QUALCOSA SU EMANUELA CAPATTI (MANU) – DUE RIGHE DEDICATE A “UNA DI NOI” – ANCHE SE VIVEVA LONTANO HA VOLUTO TORNARE AL SUO PAESE

EMANUELA CAPATTI

Berra – Mi hanno chiesto di scrivere qualcosa su Emanuela Capatti (Manu).

Forse non sono la più indicata perché non era nella mia cerchia di amiche strette. Forse era meglio chiedere alle ragazze del ’64, le amiche d’infanzia, le amiche bambine dei tempi dei codini e delle trecce, le amiche di scuola, delle partite di pallacanestro, dei primi fidanzatini; le amiche che ci sono state fino a questa mattina, fino alla tumulazione delle ceneri nel loculo col suo papà. Le amiche di sempre insomma.

Io non posso raccontarvi nulla se volete dei ricordi, io vi posso dire che “era una di noi” ed è per questo che la comunità ha risposto in modo così generoso e le ha offerto “il rientro” a casa.

Una comunità a cui non è stato chiesto “mi dai”, ma che spontaneamente ha chiesto “posso aiutare?”. E allora tutti insieme abbiamo riportato Manu a casa, in questa Berra che ha cominciato ad essere la sua casa qualche tempo dopo la sua nascita, Manu infatti è stata adottata ed arrivava nella nostra comunità da Milano. Qui con noi è rimasta fino a quando il suo amore “per la moda” l’ha portata a Riccione dove era conosciuta come “la sarta di viale Ceccarini”.

Come tutti nella vita, ha attraversato momenti di alti e bassi tra cui un gravissimo incidente che le ha fatto incontrare da vicino la fede. La fede “di base” quella che ci insegnano in famiglia o a catechismo, l’aveva, ma lei diceva che nell’andare così vicino alla morte aveva visto cosa c’era “oltre” e da quel momento la fede l’ha avvinghiata stretta a sé. E quella fede la riversava con entusiasmo su tutte noi nei suoi quotidiani messaggi. Manu non vedeva la morte come un buio che la carpiva, ma come un grande abbraccio di luce che l’invitava. Non aveva paura nemmeno negli ultimi giorni. Si rammaricava di non aver potuto aiutare e in un post di qualche tempo fa scriveva “quando morirò chiederò al Signore di poter aiutare tutte quelle persone che in vita non ho potuto aiutare perché anch’io ero bisognosa di aiuto”.

Molti gli amici che sono andati a Riccione il giorno del funerale e tanti anche quelli che l’hanno salutata martedì mattina in chiesa a Berra e che l’hanno poi accompagnata al cimitero.

Il nostro legame con lei non finisce qui: ogni rapporto è scambievole, c’è sempre un dare e un avere nel contatto con l’altro. Indipendentemente dal motivo per cui una persona entra nella nostra vita, ogni incontro è un’opportunità di crescita. Sarebbe un peccato non cogliere i messaggi e le lezioni che ogni legame, ogni relazione ci offrono, perché ogni persona è irripetibile e ci si “contamina” in modo vicendevole.

Lei se ne è andata portando via un pezzetto di noi, noi siamo ancora qui con un po’ di lei. Ognuno gestirà i propri ricordi, ciò che conta è che oltre alla tristezza per la sua entrata nel mondo altro, c’è la gioia di averla conosciuta. Che la pace sia con te cara Manu.

(CRI.SE.)

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