Ruina – “Questa non è la savana, è l’ex BBS, che purtroppo confina con il mio giardino; anni di reclami e di segnalazioni inascoltati: non ci ascolta nessuno, probabilmente perché non siamo nessuno. Complimenti: confinati in casa nostra. C’è di tutto: topi, zanzare, bisce, manca qualche alligatore.. è una vergogna”. Le grida d’aiuto partivano dalla signora Debora, che il 9 agosto scorso, aggiungendo qualche foto (qui allegate), faceva vedere com’era la situazione.
La richiesta d’aiuto aveva però una risposta autoritara e autorevole. A rispondergli era la sindaca di Riva del Po, Daniela Simoni. “In realtà Debora la Polizia Municipale ha attivato la procedura con richiesta di bonifica dell’area verde del contesto industriale abbandonato. La proprietà ha risposto sfalciando però solo il fronte strada. A quel punto la Polizia Municipale ha verbalizzato nuovamente la proprietà dando un ultimo termine di intervento a fine agosto.
Se ancora rimarrà inerte allora sarà il Comune a provvedere con addebito alla proprietà. Tutto questo per dirle che è verissimo che i tempi della procedura sono lunghi ma la vostra situazione è all’attenzione eccome”.
All’attenzione, ma non risolta, come aveva detto la Sindaca. E così la signora Debora ritorna sul fatto. “Le promesse fatte sono svanite come l’estate. Qualcuno, proprio qui (sul social) mi aveva promesso che l’area ex BBS sarebbe stata bonificata dopo ferragosto… siamo al 2 di settembre! Mah!!”. Anche questa volta arriva puntuale la risposta della Sindaca. “Sto per firmare l’ordinanza sindacale che appunto ordina alla proprietà la bonifica. Poi 30 giorni da assegnare alla medesima per attivarsi bonariamente e se così non fosse incarico ad una ditta con spese a cura della proprietà. La procedura è lunga ed articolata ma è quella che la legge prevede.
Ci sto lavorando da mesi e ancora mi servirà il tempo che le ho indicato. Sinceramente non ricordo di avere fatto promesse per il mese di agosto considerando che in questo periodo con le ferie tutto si rallenta ulteriormente”.
Quindi la signora Debora, tra lungaggine burocratica/leggi e ferie, dovrà attendere ancora per oltre un mese.
(red)
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