Berra – “A breve sarà la festa dei nostri cari e noi, ancora una volta, non potremmo far loro visita”. Si avvicina il 2 novembre, il giorno della cosiddetta “Festa dei Morti”, l’occasione in cui i cristiani cattolici omaggiano i defunti, e alcuni cittadini di Berra hanno iniziato a sbuffare, perché questo sarà il sesto anno consecutivo che non potranno salutare da vicino i loro cari sepolti nel cimitero locale e neppure portargli un fiore. Dovranno accontentarsi di vederli da lontano, oltre le transenne, perché c’è una parte del cimitero che è chiusa ai visitatori causa cedimento del tetto del porticato, dal quale anni fa, appunto 6, sono caduti calcinacci.
Ora, a poche settimane dall’arrivo della “festa”, nessun spiraglio. Ovvero, quella parte di cimitero è ancora chiusa e nessun lavoro si intravvede. Per chi non fosse pratico, si tratta del portico che si trova sulla destra appena entrati nella parte vecchia del cimitero. Il problema è decennale, in quanto già esisteva con il comune di Berra, sciolto per fusione il 31 dicembre 2018. L’allora Giunta era ben consapevole che questo tratto voleva ristrutturato ma la mancanza di fondi – quelli che c’erano furono indirizzati verso altri lavori, più necessari e urgenti – i lavori non furono mai previsti.
Dopo la fusione, la nuova Giunta si fece subito carico del problema e assieme a Gecim valutò il daffare. Anche qui lungaggini: tra le cause il cambio del responsabile dell’ufficio tecnico per 3 volte in poco tempo. Nel mentre la situazione non poteva che peggiorare. Alcuni cedimenti del soffitto imposero la chiusura con transennamento della parte interessata e conseguente interdizione. Ma il peggio arrivò 3 anni fa, quando da una parte del soffitto, dopo una giornata di pioggia copiosa, caddero a terra diversi calcinacci, fortunatamente senza fare danni ulteriori.
Successivamente e dopo un sopraluogo la parte interessata fu chiusa al pubblico. La cosa è stata presa subito in esame dai tecnici di Gecim e del Comune e dopo una prima verifica fu scoperta, ma senza sorpresa, l’infiltrazioni d’acqua e il portico fu transennato e chiuso al pubblico. Una successiva e più approfondita ispezione avrebbe poi stabilito l’esatta entità del danno e le competenze. Gecim, che gestisce il servizio cimiteriale, è “padrona” della manutenzione ordinaria mentre spetta al comune quella straordinaria: a questo punto l’intervento spetta al comune.
L’interdizione al pubblico di quel tratto è rimasta per tutto questo periodo e permane tutt’ora, anche se alcuni parenti che hanno i loro cari in quel tratto vi accedono ugualmente, Alcuni parenti si sono spazientiti tanto da spostare le transenne per potervi accedere con la scala, per arrivare ai cari che si trovano nella parte più alta dei loculi. In questo periodo non ci fu immobilismo ma si dovette passare per una “trafila” non indifferente.
La progettazione del recupero fu affidata all’architetto Alberto Ferraresi con studio a Cento. Fu previsto un intervento con un impegno di spesa complessivo di 300mila euro, dei quali 31.720 euro per le spese tecniche, mentre 25mila di quest’ultimi andranno direttamente all’architetto Ferraresi.
La progettazione dell’intervento dovrà essere coerente con le prescrizioni degli strumenti di pianificazione paesaggistica, territoriale ed urbanistica, generale e di settore, vigenti, ed in particolare con quelle del regolamento Urbanistico Edilizio (RUE), del piano urbanistico generale (PUG), del piano operativo inter comune (POC) e della Classificazione Acustica Operativa (CAO).
Il cimitero di Berra, come tutti i cimiteri del comune, sono vincolati dal Codice dei Beni Culturali, con appositi vincoli espressi, pertanto necessitano nel Nulla Osta della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Culturali: come sempre, ci pensa la burocrazia ad allungare i tempi. È stato quindi necessario produrre documentazione fotografica a causa della presenza di vincoli espressi, associata alla redazione di apposite relazioni storiche descrittive da inoltrare con la richiesta di parere e nulla osta alla competente Soprintendenza BBCC.
Il progetto redatto prevede lavori che riguardano l’imaneggiamento dei manti di coperture dei blocchi dei loculi più deteriorati, compresi canali di gronda, scossaline e pluviali e messa in sicurezza degli elementi in marmo che costituiscono le varie cornici; il ripristino di intonaci e tinte, tinteggiature e i soffitti; la pulizia dei pilasti e delle pareti e successiva imbiancatura; la verifica delle parti pavimentate per eliminare inciampi dovuti a distacchi delle piastrelle; i ripristini strutturali e quant’altro ove necessario.
In tutto questo sono trascorsi i 6 anni ai quali fa riferimento la signora Piola, non l’unica a protestare nei confronti dell’amministrazione comunale. Una lungaggine quasi incomprensibile, che in molti confidano venga colmata dalla nuova amministrazione, che non parte da zero ma ha già l’investimento in bilancio, perché la Giunta appena decaduta ha stanziato il primo investimento di 300000 euro, per i più vetusti e obsoleti cimiteri di Ruina e Berra, previo nulla osta delle Belle Arti, che (forse) deve ancora arrivare.
(LC)
Views: 92