Everett Rogers affermava un concetto importante nella sua curva di adozione dell’innovazione, che cercherò di semplificare: all’inizio di ogni avvento tecnologico, molte persone tendono a resistere all’innovazione (oppure a “ripudiarla”) perché è nuova e sconosciuta, ma una volta che la maggior parte della popolazione inizia a utilizzarla, diventa parte della normalità.
Questo è avvenuto per lo smartphone, ad esempio, gli innovatori che si buttavano nell’acquisto del primo “telefono intelligente” spesso venivano derisi e/o screditati da chi pensava che questo tipo di tecnologia non potesse prendere effettivamente piede. Ora, se ci guardiamo bene, è molto più difficile trovare qualcuno che non ne possieda almeno uno.
In questo caso, e per questo effetto, ho come l’impressione, ma qui non ho dati statistici alla mano ed è solo una pura considerazione personale, che lo stesso stia accadendo di pari passo con l’Intelligenza artificiale.
Ultimamente gli algoritmi dei social network mi mostrano spesso aziende e privati che offrono i loro servizi basati sulla IA: corsi di formazione, aggiornamenti e quant’altro, alle volte gratuitamente oppure a pagamento.
Inevitabilmente nei commenti di questi post si trovano critiche di ogni genere, alle volte anche inutilmente offensive.
Questo mi riporta a un’epoca in cui gli smartphone non erano ancora “di massa”, ma solo pochi iniziavano a scoprirne le potenzialità. A parte una nicchia di persone che ne provava una certa invidia (me compreso), in molte situazioni venivano considerati oggetti inutili e costosi. Tuttavia, nel giro di un decennio, abbiamo assistito a uno sviluppo rapidissimo, fino ad arrivare alla possibilità di acquistarne uno con poco più di 100€.
L’intelligenza artificiale, che ricordo la stiamo già utilizzando quotidianamente, appartiene al filone delle tecnologie screditate, con due differenze a mio avviso sostanziali:
- Gli strumenti più potenti, veloci e rapidi nell’elaborazione di contenuti come ChatGPT e affini ad esempio, possono essere usati gratuitamente, seppur con un certo limite, ma ciò non toglie che chiunque può provare questi software;
- Allo stato attuale, non c’è un “giro di boa” sulle scoperte, le conoscenze e l’utilizzo della IA;
Per tornare al punto 2 è importante notare che, non sapendo bene quali sono le capacità massime che potrà avere in futuro la IA, è quanto meno importante (chiaramente non indispensabile) avere un’idea, un concetto base su quelle che sono le sue capacità.
Cosa posso fare io, comune cittadino, con questa tecnologia?
È una domanda molto semplice ma altresì importante che scopriremo, giocoforza, nel corso del tempo e degli anni.
Detto questo, ringrazio vivamente le persone che mercoledì 25 settembre hanno presenziato alla serata dedicata alla IA presso il Centro Civico di Berra (Riva del Po), è stato un piacere vedere tanta curiosità e interesse per questo settore.
(M.M.)
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