Ro – Un progetto per la costruzione di una passerella panoramica a sbalzo a lato ponte che potrebbe essere una splendida occasione turistica, oppure il riadattamento delle attuali banchine portacavi, almeno su un lato, con un allargamento di spazi che le rendano funzionali al transito di bici e pedoni.
Una bozza progettuale che era stata fornita dall’architetto Genny Celeghini e consegnata anche al presidente emiliano Bonaccini. Si tratta del ponte che attraversa il Po e collega Ro (sponda Emiliana) con Polesella (sponda veneta).
L’allora sindaco di Polesella Leonardo Raito, durante l’incontro con la vicepresidente della Regione Veneto Elisa De Berti (con deleghe ai lavori pubblici, infrastrutture, trasporti e affari legali) organizzato presso il centro visitatori del Parco del Delta del Po per fare il punto della situazione in merito alle ciclovie nazionali, aveva evidenziato come fosse necessario risolvere alcune problematiche per rendere la transitabilità di ciclisti e pedoni più agevole e sicura, proposte concrete che possano vedere le due regioni confinanti protagoniste di soluzioni in grado di dare risposte ai tanti fruitori di un ponte che vede transitare, ogni giorno, oltre 30.000 veicoli.
Inaugurato nel 1980, il ponte rappresenta un passaggio importante tra le due regioni, senza il quale sarebbe necessario un tragitto molto più lungo per andare sulla sponda opposta. Di fatto, unisce la ciclabile Destra Po e la ciclabile Sinistra Po, due importanti strumenti per lo sviluppo del turismo lento o Slow Tourism, un nuovo modo di viaggiare: si tratta di una nuova filosofia che pone l’attenzione sui dettagli e accompagna il turista attraverso un viaggio alla scoperta di luoghi nascosti, culture diverse e prodotti locali, nel pieno rispetto dell’ambiente, il tutto procedendo con calma e lentamente in modo da cogliere ogni straordinario particolare.
Sempre in prospettiva turistica, l’ex sindaco Raito aveva dato corso al progetto “Il ponte in chiatte sul Po. Storie e memorie di società, economie e identità venete”, ricordando il vecchio ponte, che ha rappresentato, tra fine ottocento e gli anni ottanta del novecento, uno degli snodi viari fondamentali per i collegamenti tra il Veneto e l’Emilia Romagna. Il ponte, caratteristico e affascinante come i manufatti che fisicamente facevano vivere l’acqua come elemento naturale del più grande fiume italiano, è stato anche il centro di percorsi sociali, economici e identitaria tra il Polesine e il basso Ferrarese.
Al progetto, con il contributo di 2.500 euro da parte della regione Veneto e capofila il comune di Polesella, ha aderito anche il comune di Riva del Po, un accordo che prevede la partecipazione attiva del comune di Riva del Po, allora guidato dal sindaco Andrea Zamboni, nelle iniziative che si andranno a programmare e svolgere.
Dopo le elezioni amministrative del giugno scorso, le due amministrazioni comunali – Riva del Po e Polesella – hanno cambiato guida e di questi progetti non esiste traccia o comunque non c’è “voce” di un seguito. Rimanendo sull’attuale ponte, in questi giorni sono in atto i lavori di manutenzione straordinaria. La cosa “strana” è che questi lavori interessano solo la parte veneta, cioè solo metà ponte è coinvolto nei lavori, predisposti con un finanziamento della regione Veneto.
La manutenzione straordinaria avrà la durata di due mesi di lavoro, uno dei quali con circolazione a senso alternato – ancora in essere – per interventi su giunti di dilatazione, ripristino scarichi pluviali e calcestruzzi per un importo di 134.000 euro.
(dmb)
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