Berra – 3 dicembre 2024: 80’anni dall’eccidio al cimitero di Berra.
Una commemorazione davvero ben organizzata e ancor più partecipata con la presenza, oltre a quella di un folto pubblico, delle classi terze della scuola secondaria di I° grado di Berra e di Ro. Presente anche l’arma dei carabinieri, rappresentata dal comandante della locale stazione, il maresciallo capo Alessio Penna, e la polizia municipale dell’unione Terre e Fiumi, rappresentata dall’Ispettore Superiore Stefano Aguiari, nonché alcuni volontari della Protezione Civile di Riva del Po.
Il sindaco, Daniela Simoni ha aperto con i saluti di rito e ha dato il “la” alla cerimonia invitando l’orchestra di Fiati Rivese del maestro Ongaro ad esibirsi in un intenso e toccante Inno Nazionale.
Sono quindi cominciati gli interventi, primo tra tutti quello della storica Anna Quarzi che, rivolgendosi ai ragazzi, ha detto “ricordate che la storia è trascritta sui libri, ma la facciamo noi. La storia è fatta di tutti questi avvenimenti, apparentemente minori e sconosciuti, senza i quali, però, non saremmo dove siamo. Quindi, ragazzi, siate curiosi, informatevi sui nomi dei personaggi che danno il nome alle vie in cui abitate, che danno il nome alle piazze dei vostri paesi, fate memoria di tutto ciò, solo così sarete veramente cittadini di un territorio”.
Il secondo intervento è stato quello di Alice Zanardi, sindaco di Codigoro, ospite alla cerimonia in quanto a Codigoro si sono concluse le vite di altri personaggi berresi della Resistenza come quella di Angelo Palmiro Previati.
Il sindaco Zanardi ha sottolineato come non si debba mai “abbassare la guardia”, come non si debbano mai dare per scontati i diritti di cui godiamo; si deve continuamente ricordare che sono frutto di sacrifici e li si deve difendere con determinazione. Niente è stato regalato, tanto sangue e tanto dolore hanno permesso il raggiungimento di ciò di cui godiamo oggi. Quindi, anche lei rivolgendosi ai giovani presenti, ha sottolineato come la responsabilità della libertà futura sia nelle loro mani. Anche loro devono comprendere che non ci si deve voltare dall’altra parte, ma si deve difendere ciò che è stato raggiunto, perché la libertà non è un dono eterno.
Ha concluso gli interventi Diego Cavallina che ha svolto un sentito e dettagliato resoconto (raccolto dalla viva voce di don Jorio Bui, parroco al tempo degli avvenimenti) della giornata del 3 dicembre di 80’anni fa: una giornata freddissima, con una fitta nebbia che rendeva quasi irreale la giornata. Una giornata in cui 4 giovani ragazzi, Noradino, Emilio, Jaures e Severino, all’alba, sono stati portati davanti al muro del vecchio cimitero di Berra e fucilati. Fucilati anche se innocenti. Fucilati senza processo e senza condanna. Fucilati perché, a seguito dello scoppio di una bomba nella caserma di Berra, qualcuno si doveva punire. E’ toccato a loro. E noi, conclude Diego Cavallina, rivolgendosi ai parenti presenti, “noi siamo orgoglioso dei vostri padri, dei vostri nonni, dei vostri fratelli, dei vostri parenti, dei vostri affetti” che sono morti per il Bene di noi tutti”.
Dopo l’intervento Anpi, il giovane Joussef, studente della 3G, ha letto un testo preparato con i compagni di classe, e ha sottolineato come sia importante conoscere il passato, esserne consapevoli e difendere ciò che è stato conquistato per continuare a godere della Libertà che viviamo oggi.
Prima delle conclusioni finali il sindaco ha dato la parola ad Angelo Previati, nipote omonimo del partigiano ucciso a Codigoro il 30 dicembre 1944 e, quindi, alla signora Loretta Mingozzi, figlia di Emilio Frenide, morto fucilato davanti al muro quando lei aveva solo 5 mesi; un rapidissimo commosso saluto di questa figlia che non ha nessun ricordo del padre se non sapere che, oltre a lei, un intero paese ne è orgoglioso.
Il sindaco Simoni ha quindi invitato i presenti alla passeggiata verso il cimitero per il saluto ufficiale davanti ai cippi commemorativi dei nostri giovani compaesani.
(cri.se.)
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