Berra – Si scrive Muroni e si legge Teatro Comunale. È di questi giorni l’annuncio da parte della Giunta Simoni della possibile riapertura del Teatro Orestino Tumiati di Berra, “ma solo se ci sono le condizioni necessarie” ha detto il vicesindaco con delega al bilancio Leonardo Peverati.
Non lo dicono pubblicamente gli amministratori di Riva del Po ma appare chiaro che su questa riapertura si punto molto sull’aiuto dell’artista Stefano Muroni. Ferrarese di nascita, Tresigallese di adozione, il poliedrico Stefano Muroni non ha bisogno di grandi presentazioni. Per l’apertura del teatro in molti dichiarano che serve un miracolo. Muroni non è attrezzato per fare miracoli ma ciò che sta accadendo a Gherardi è sotto gli occhi di tutti, perché le sue “opere” non hanno bisogno di presentazioni. Quello che sta facendo a Gherardi, paese dei nonni e della moglie, con il Villaggio del Cinema, nasce da un grande senso di comunità, dove ognuno ha fatto il proprio, compresi i gherardesi e senza bandi regionali o ministeriali. E allora perché non provarci con il Teatro di Berra? Un passo delicato, sicuramente non indolore, sia dal punto di vista economico che organizzativo.
Non tutti sanno che manca l’agibilità da parte della C.P.V.L.P.S. (Commissione Provinciale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo), in quanto alcune manifestazione, durante i 2 anni prima della chiusura definitiva, sono state fatte, ma con ordinanza sindacale.
Trasformato in Teatro “polivalente”, consacrazione confermata dopo i lavori di ristrutturazione (costo complessivo 342mila euro, con il 70% arrivato da vari contributi), il teatro nasce come sala cinematografica. La crisi del settore costrinse il proprietario Fusetti a chiuderlo. L’acquisto da parte dell’amministrazione comunale fu immediata, per non veder chiudere definitivamente questo prezioso contenitore: cinema, ballo, congressi, feste di ogni genere, assemblee ed altro. Insomma, come si dice, “un bene prezioso”.
L’amministrazione comunale lo aveva dato in gestione, con una convenzione, all’associazione Cultura e Spettacolo Berrese, convenzione che è stata sciolta per diversi motivi. Prima di avere l’agibilità definitiva bisogna effettuare tutti i lavori di messa a norma: “Bisogna sistemare la balaustra del loggione perché è troppo bassa secondo gli standard di legge. E poi c’è l’insonorizzazione: chi sta fuori dal locale non deve sentire il frastuono che si fa all’interno durante le manifestazioni”. Poi il tempo, il cambio delle leggi, possono aver aggiunto qualcos’altro.
Il Comune di Berra qualche lavoro lo aceva fatto: adeguamento dal punto di vista energetico e della sicurezza della struttura. Demolizione e rifacimento della pavimentazione; inserimento di una scala esterna per la messa in sicurezza, come via di fuga, per la galleria; un cappotto isolante, all’interno perché esternamente era impraticabile.
Per il risparmio energetico, oltre al cappotto isolante, sostituzione degli infissi. Per la funzionalità della sala rifatti i bagni ed i camerini per gli artisti e per finire la tinteggiatura, interna ed esterna della intera struttura. L’importo complessivo è stato di 341.794,00 euro, finanziato al 70% dai programmi di Sviluppo Rurale. Poi il comune ha ottenuto un altro contributo, a livello regionale, grazie al Piano Azione Ambientale, rivolto al miglioramento della qualità dell’aria: sostituzione della vecchia caldaia a gasolio con un moderno impianto a condensazione e rifacimento delle condotte di distribuzione del calore (importo di questi lavori non noto).
Insomna, la riapertura scongiura anche la perdita di queste risorse già utilizzate. Da qui l’intenzione della Giunta Simoni di attivarsi per il recupero. È da tempo che tra gli amministratori locali e il regista si sta istaurando “l’amicizia” e da questo potrebbe giovarne il teatro, che da oltre otto anni giace inerme in via Garibaldi. La rinascita del Teatro, come il Mulino del Po a Ro e il ristorante La Porta del Delta a Serravalle, che formano le “Grandi Opere”, “Devono passare per tre punti fondamentali – spiega il vicesindaco Peverati – progettualità, con progetti concreti e attuabili anche sotto l’aspetto economico-finanziario; trasversalità, con strategie utili all’intero territorio comunale; partecipazione, con il coinvolgimento partecipato e condiviso del cittadino all’attività amministrativa. Un impegno, quello del recupero del Teatro, che per molti appare un contrappeso con quello del Mulino del Po, “tanto per accontentare anche i berresi”.
Non è certo il pensiero del Vicesindaco e la Giunta, che sicuramente ma ufficiosamente stanno lavorando attorno ad un progetto in collaborazione con il regista e scrittore Stefano Muroni, che sarà presente a Berra l’11 dicembre per presentare il suo libro. Non è la prima volta che viene a Berra ma questa volta entra nella casa comunale.
(dmb)
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