Ruina – La nomina di un legale rappresentante per recuperare un debito. Da super “promessa” di startup a struttura abbandonata. Purtroppo, questa è la fine che sta facendo lo stabile dell’ex BBS di via Collegio a Ruina.
Fino al 2006 la Bbs produceva un milione di cerchioni di ruote l’anno, produzione poi scesa a 4-500mila due anni più tardi. La proprietà tedesca aveva poi ceduto l’azienda al proprietario della Igs (Incar Gol Dtyle) di Reggio Emilia. Diverse avventure, tutte negative, poi, nel 2019 arriva quella che sembrava la svolta per un recupero della fabbrica. Un progetto ambizioso, presentato in videoconferenza l’11 novembre 2021, dall’ad di Nanoproject Gabriella Multari. Possibilità per start up innovative e PMI di accedere anche a finanza agevolata. Insomma, una cosa grandissima, così grandissima che nessuno ci credeva.
La partenza zoppica, perché nell’incontro presso l’ex municipio di Ro di venerdì 12 luglio 2019, c’è il sindaco del Comune di Riva del Po, Andrea Zamboni, la consigliera regionale Marcella Zappaterra e il responsabile del Cfp Cesta, Giovanni Lolli, ma manca l’ad Gabriella Multari (era in Regione a Bologna, mentre gli altri interlocutori la aspettavano a Ro). Ma il progetto va avanti, sulla carta: un villaggio industriale, molto futuristico e ambizioso, tecnologie all’avanguardia e una struttura green, solo vetro e ferro, niente manufatti, che nel tempo accoglierà diverse attività, che tradotto in impiego significa 170 posti di lavoro nel giro di tre anni e un indotto di 400 posti, considerando gli importanti interventi di manutenzione e ricostruzione. Un progetto del valore complessivo di 40 milioni di euro, frutto degli investimenti di aziende private, ma anche in attesa dei fondi europei, ai quali accedere attraverso la Regione. Insomma, come si dice da queste parti, “un quel da sciopa testa”. Nulla di nulla.
“Ruina New Project: la rinascita del polo industriale ex Bbs – Riva” è saltata, senza mai essere partita, e al suo posto un parco fotovoltaico. Ma nemmeno questo prende il volo. Ora l’amministrazione comunale di Riva del Po arriva alla nomina di un legale rappresentante dell’ente per il recupero IMU per gli anni che vanno dal 2014 al 2018: una parte comunale di 36.338 euro e una statale di 57.204 euro. La Giunta Simoni ha conferito l’incarico legale per l’esecuzione della procedura di recupero per assistere il Comune di Riva del Po in tutte le fasi che si rendessero necessarie ivi compresa la difesa eventuale in giudizio, allo Studio Legale Avv. Oppi Renzo di Ferrara, per un importo di 10.237,13 euro.
Ma i problemi con la proprietà dell’ex bbs non finisce qui. Da tempo alcuni residenti che confinano con la proprietà lamentano l’invasione di una folta vegetazione. La signora Debora si lamentava, con tanto di foto dimostrative, che parte della sua proprietà sembrava la savana. “Anni di reclami e di segnalazioni inascoltati – riferiva Debora – C’è di tutto: topi, zanzare, bisce, manca qualche alligatore.. è una vergogna”.
La richiesta d’aiuto aveva però una risposta autoritara e autorevole. A rispondergli era la sindaca di Riva del Po, Daniela Simoni. “In realtà Debora la Polizia Municipale ha attivato la procedura con richiesta di bonifica dell’area verde del contesto industriale abbandonato. La proprietà ha risposto sfalciando però solo il fronte strada. A quel punto la Polizia Municipale ha verbalizzato nuovamente la proprietà dando un ultimo termine di intervento a fine agosto”. Il nulla di fatto impone ora un nuovo intervento, obbligando la proprietà a provvedere allo sfalcio. Come sempre, se anche questa volta la proprietà non ottemperasse alle disposizioni sarà l’amministrazione comunale a fare pulizia con i costi a carico dei proprietari. Nel mentre tutte le possibili attività di ripresa muoiono.
(dmb)
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