Dall’andare in giro fregandosene del virus, a dispetto di tutto e di tutti, accusando le istituzioni di complotto politico, una farsa, a trovarsi in un letto del reparto di rianimazione, il passo è piccolo. È così che ora il manager di Pojana Maggiore si trova in rianimazione.
Altroché complotto, ora la cosa si è fatta seria. I fatti ci riportano ad alcuni giorni fa, quando il manager di Pojana Maggiore, fregandosene delle misure di sicurezza, ha viaggiato all’estero, organizzato feste private, partecipato a funerali, rifiutato di sottoporsi a un tampone e infine di farsi ricoverare, dopo però aver continuato – pur essendo già risultato positivo – a svolgere la sua vita di sempre: questa non è solo irresponsabilità.
Lo scorso 25 giugno il manager dell’azienda Laserjet è rientrato nella sua casa di Sossano, in provincia di Vicenza, dopo aver trascorso un periodo in Serbia con dei colleghi. Ha accusato quel giorno i primi sintomi (febbre), ma ha fatto finta di nulla. Tant’è che i giorni successivi, il 26 e il 27 giugno, intrattiene diversi contatti sia in ambito lavorativo che extra. Il 28 giugno le sue condizioni peggiorano e così si presenta in pronto soccorso a Noventa Vicentina: tampone positivo. Ma al manager non frega nulla, tanto che rifiuta il ricovero e continua la vita di tutti i giorni, finché non gli è imposto di farsi ricoverare.
I suoi contatti sono stati però tantissimi, e adesso le tre aziende sanitarie locali si preparano al peggio.
Nel frattempo, 40 persone sono in isolamento e già 5 sono stati trovati positivi. Ed il Presidente Zaia è molto arrabbiato, tanto da minacciare di Tso (Trattamento Sanitario Obbligatorio) chi si fosse rifiutato di fare il dovuto in caso di sintomi o addirittura diagnosi positiva.
La vicenda aveva preoccupato anche le nostre zone in quanto le prime informazioni davano anche la persona in questione presente ad Adria, nel vicino Veneto. E si sa che da noi ad Adria il passo è breve. Ma almeno questo pare scongiurato.
(m.b.)
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