Ro – In numerosi sono accorsi ieri sera, mercoledì 22 luglio, nella golena del Po a Ro per vedere il recupero in extremis del Mulino in quanto una falla di grosse dimensioni ha facilitato l’ingresso dell’acqua facendo inclinare sul fianco il Mulino che si è appoggiato sul fondale.
Molta rabbia veniva espressa dai presenti e anche qualche critica pesante contro l’amministrazione. “Non posso crederci – ha esclamato la consigliera Daniela Simoni – Il Mulino che inesorabilmente affonda (tante ed inascoltate le richieste di intervento e di manutenzione) rappresenta simbolicamente la sorte del nostro Comune.
Una denuncia per negligenza nei confronti di un bene pubblico ci sta tutta – ed ha aggiunto – vederlo così è davvero un pugno nello stomaco. Non poteva che finire così”.
La struttura, che da tempo era chiusa per mancanza di una gestione, in questi ultimi giorni aveva mostrato qualche usura di troppo, tanto è che questa mattina, giovedì 23 luglio, politici e tecnici dovevano eseguire un sopralluogo per valutare il da farsi. Ma su quanto accaduto e quali prospettive attendersi sull’importante struttura si è espressa l’amministrazione, con un comunicato ufficiale.
“L’eccezionale secca del Grande Fiume (lunedì 21 luglio il livello del fiume a Pontelagoscuro era misurato a -5,99, uno dei dati più bassi degli ultimi vent’anni) ha determinato il grave danno al Mulino natante in località Ro. Il Mulino sul Po, inaugurato nel 2005, è una fedele ricostruzione dei mulini natanti che popolavano il fiume fino al 1912.
Frutto di ricerca negli archivi locali, è costituito dal modello più semplice con due scafi, una sola ruota ed una sola macina, ha una lunghezza di m. 12,20 ed una larghezza di m.9,36. La repentina discesa del livello e della portata del fiume ha probabilmente causato l’urto dello scafo con asperità e/o elementi lapidei presenti sul fondo generando, inevitabilmente delle falle.
Appena appresa la notizia del problema sono stati mobilitati i Volontari di Protezione Civile di Ro che hanno subito messo in funzione due grosse pompe da 300 l/minuto ciascuna ma senza ottenere il risultato sperato.
Nello scafo lesionato è collocato il pesantissimo meccanismo della macina ed è probabilmente questo elevato peso una concausa del grave danno. Varie ipotesi per il recupero della struttura sono al vaglio dell’Amministrazione anche se ora il problema maggiore è quello di evitare ulteriori danni da un eventuale aumento del livello delle acque del fiume che potrebbe determinare il collasso dell’intera struttura.
Durante la giornata odierna – Giovedì 23 luglio – si è provveduto ad una serie di sopralluoghi speditivi con alcuni operatori specializzati in recupero di natanti affondati o semiaffondati per poter valutare costi, modalità di intervento e tempistiche di intervento. Sono attualmente in corso una serie di valutazioni da parte dei tecnici coinvolti in tandem con i professionisti del settore per la scelta delle migliori modalità operative finalizzate al recupero e salvataggio del Mulino, simbolo del territorio Roese”.
Eppure l’amministrazione aveva già in mente il da farsi nei confronti del Mulino sul Po, con una ristrutturazione completa e, forse, una ricollocazione, per meglio conservare l’intera struttura in legno. Una soluzione già pensata nel 2016 dall’allora Giunta Giannini. Infatti una delibera di giugno di quell’anno, oltre che al rifacimento dello scafo sandon piccolo e altre strutture del Mulino (per un totale di 119.900 euro), era previsto anche la collocazione del manufatto, una volta riparato, nell’area golenale sulla terraferma e quindi “Si richiede al servizio tecnico di valutare la fattibilità di una soluzione che consenta di rendere visitabile e fruibile il mulino storico non più collocato in acqua ma sulla terraferma della golena turistica attrezzata di Ro, nella considerazione che oltre a non venir meno ma anzi amplificato l’interesse dei visitatori che potranno ammirare il mulino in tutta la sua imponenza e valenza costruttiva (compreso le parti prima immerse), si potrà prolungare di gran lunga la vita della costruzione museale mediante agevoli manutenzioni”.
Una idea che se fosse stata attuata forse non saremmo qui a raccontare il triste epilogo del Mulino sul Po.
(b.m.d.)
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